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Baglietto, ecco i numeri e i nuovi piani per gli yacht di Gavio

L’ad Deprati: “Abbiamo un portafoglio ordini al 2026 di 360 milioni, un fatturato di 100. Contiamo di crescere ancora del 20-30% nel 2023/24”. In arrivo investimenti per la divisione militare. L’idrogeno e l’Officina Baglietto per formare i giovani

FABIO POZZO

4 minuti di lettura

baglietto yacht fatturato

Il ceo di Baglietto, Diego Michele Depetri ([email protected])

Siamo ormeggiati a Portofino, a bordo del T52, il nuovo 52 metri in acciaio ed alluminio di Baglietto. Piove, ci mettiamo a ridosso della vetrata del salone del ponte superiore, che per altro può scomparire del tutto grazie a una chiusura a soffietto. Intorno a noi, legno, pelli, rifiniture in acciaio, tinte chiare. Con Diego Michele Deprati, l’amministratore delegato del cantiere, parliamo di numeri e di piani del gruppo, ma anche di nuove idee. “La nostra ricchezza sono i giovani”, mi dice, anticipandomi quello che ha in mente con l’Academy che si chiamerà Officina Baglietto.

C’è tempo per parlare anche della passione per le barche dell’azionista di riferimento, Beniamino Gavio, una passione comune, ed ecco che l’imprenditore compare sulla banchina. “Sono venuto a farmi un giretto”, dice. Ha contribuito anche lui, in termini di progetto, alla nascita di questa barca. Armatore, ha cominciato con un Cerri e ora ha un Baglietto di 44 metri, ha scommesso sulla sua passione e ora – come dice l’ad – “vede anche un ritorno in termini finanziari”.

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Il T52, il nuovo 52 metri dislocante di Baglietto

Un manager di lungo corso

Quella di Deprati è una bella storia. E’ ufficiale della Marina Militare, partecipa a missioni di pace, vuole diventare pilota degli aerei con le stellette, ma il sogno sfuma per un soffio. Si congeda e s’impiega alla Mondo Spa di Gallo d’Alba dei fratelli Stroppiana, Edo e Ferruccio, la multinazionale delle pavimentazioni sportive. E’ funzionario tecnico, si occupa di progetti per la costruzione di yacht in materiale composito e metallo. Dieci anni dopo, segue lo sviluppo del cantiere navale che gli Stroppiana aprono a Savona, la sua città, che lo vede costruire ad esempio Tribù, lo yacht di Luciano Benetton. Poi, il passaggio generazionale cambia le cose: i figli dei due fondatori di Mondomarine non sono interessati alla nautica, vendono al livornese Alessandro Falciai, che non avrà mare calmo. Nel frattempo, Deprati passa in Cerri, il marchio storico che vede il debutto nella nautica di Gavio, e poi in Baglietto, acquisito sempre da quest’ultimo. Un marchio storico, oggi ultracentenario (170), nato a Varazze. “Io sono savonese, per me il marchio del Gabbiano è stato sempre qualcosa di grande”.

Il momento è propizio

Guardiamo al presente. Il momento è buono per la nautica e per il made in Italy del mare. E anche i numeri di Baglietto lo confermano. “ Abbiamo un portafogli di ordini che arriva al 2026 e per un valore di 360 milioni di euro, inclusi anche la divisione Baglietto Navy e Bertram (altro marchio storico acquisito da Gavio, ndr). Il fatturato è di 100 milioni l’ann o”. Deprati è ottimista. “ Contiamo di crescere ancora del 20%-30% tra il 2023 e 2024”.

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Il ponte superiore del Baglietto T52

La barca in anteprima mondiale a Portofino, il 52 T, è un motoryacht dislocante di 497 tonnellate di stazza, lunga appunto 52 metri, con undici posti letto, suddivisi in una cabina armatoriale, due cabine ospiti con letto matrimoniale, due cabine ulteriori con ciascuna una coppia di letti singoli, più una cabina con un letto singolo sull’upper deck, quello della plancia, dominata da tre grandi schermi in ausilio alla navigazione. Ci sono poi le cabine per l’equipaggio.

Acciaio e alluminio, le linee esterne di Francesco Paszkowski Design, gli interni di quest’ultimo con Margherita Casprini , la barca è costruita alla Spezia ed è stata consegnata nel febbraio scorso. “Ne abbiamo altre quattro in costruzione con consegna nel 2024, tre previste per il 2025 e poi due ordini per il 2026”, dice Deprati.

La visione del cantiere è quella di consolidare il modello, “che sta piacendo”, e di alzare il tiro in fatto di dimensioni e stazza (oltre quota 500) con il primo 60 metri sempre in acciaio ed alluminio in costruzione, che andrebbe al 2026, e altri due in ordine, sempre previsti alla Spezia. C’è poi la linea Dom, 40 metri in alluminio, che vede due modelli in consegna nel 2024, uno nel gennaio 2025 e due ancora nel corso del 2025. E che si arricchirà di un entry level di 115 piedi. Quest’ultima gamma nasce sugli scali di Carrara del gruppo, così come una buona parte di quella Bertram – 30, 39, 51, 60 piedi – “mentre a Tampa costruiamo il 28’”, dice ancora l’ad di Baglietto. Diciamo, per capire, che i modelli entrobordo sono in Italia e quelli fuoribordo in America. “Abbiamo appena presentato il 35’, ne abbiamo altri quattro in ordine”.

Ci sono poi i custom fast – un 42 metri sempre a firma Paszkowski è già stato consegnato, in costruzione c’è un 44 m – e superfast, barche che fanno parte del Dna del marchio e che rappresentano circa il 10% della produzione.

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La cabina armtoriale del T52

Cerri e Baglietto Navy

Il marchio Cerri è destinato per ora a progetti speciali , mentre Baglietto Navy, la divisione militare, Deprati mi anticipa che beneficerà già quest’anno di nuovi investimenti. “Abbiamo consegnato le prime combat boat, unità multiruolo di 15 metri che sono destinate al Battaglione San Marco e saranno imbarcate sull’ammiraglia, nave Trieste. Ci sono manifestazione d’interesse dall’Oman, Germania e dal Sud America”. In quest’ultimo Paese, si guarda ad un utilizzo anche fluviale per la lotta ai narcos.

Il futuro prossimo

Il T 52 è ibrido, diesel-elettrico. “L'autonomia con modalità diesel elettrico può arrivare fino a 7.600 nm con la possibilità di ormeggio all'ancora fino a 10h con il supporto delle sole batterie. I due motori MTU 16V2000M86 consentono poi all’imbarcazione di raggiungere la velocità massima di 17 nodi ed un’autonomia di 3.600 nm in modalità tradizionale”. Ma senza togliere nulla alla barca su cui siamo, con Depratri parlo del domani. Che per Baglietto è all’idrogeno. “Abbiamo costruito un prototipo in stabilimento di un sistema a idrogeno che si alimenta dall’acqua di mare ”. Acqua di mare? “Sì, si preleva l’acqua di mare, la purifica e separa l’ossigeno, che viene liberato nell’atmosfera, e trattiene l’idrogeno, che viene stoccato a bassa pressione, circa 10-15 atmosfere e che è poi utilizzato per alimentare le fuel cell e generare l’energia elettrica necessaria”.

Tanto per capire. L’ibrido ora assicura circa una notte di energia per i servizi di bordo con la barca in rada, e quasi 4 ore in navigazione a 7-8 nodi. “Con l’idrogeno pensiamo di raggiungere le tre notti di autonomia e le 12 ore di navigazione”, mi spiega ancora Deprati. Per il quale l’era dell’idrogeno totale, sui grandi yacht, “non verrà prima di 10-15 anni”. Il che non significa che non ci sarà prima. “Si procede passo per passo e si acquisisce competenza. I diversi sistemi possono convivere”. Vale a dire l’endotermico, l’elettrico e pure l’idrogeno.

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Un particolare degli interni del T52

Il futuro, ancora

Parliamo ancora dell’idea di Officina Baglietto. E’ un’Academy che sorgerà a Sarzana, sostenuta dal gruppo insieme con altre realtà, che sarà aperta ai giovani, non necessariamente laureati. Quattro indirizzi: nautica, moda, arredo, gioielli. “Non sarà a pagamento”, precisa il manager. Lezioni prima in Liguria e poi presso i tutor che seguiranno il progetto ( Paszkowski, Tiziana Fausti e 10 Corso Como, Nicholas Bewick/AMDL CIRCLE, Rosa Maria Villani/scuola dell'Arte e della Medaglia di Poligrafico dello Stato più la cura generale di YACademy,). Candidature entro ottobre, il vi da dicembre.

“Oggi c’è ancora troppa lontananza tra il mondo della scuola e quello del lavoro. Ci sono giovani molto promettenti, cui ovviamente manca l’esperienza. E qui entra in gioco Officina Baglietto. I giovani sono il nostro futuro, dobbiamo aiutarli” . Depetri mi dice anche che questo è uno dei suoi propositi, prima di terminare la carriera. Una bella visione.

I commenti dei lettori

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Business People

Baglietto, due novità. L’a.d. Deprati traccia la rotta: “Niente Borsa. Resteremo italiani”

Il Cantiere Navale della famiglia Gavio inaugura l’anno del 170esimo anniversario con due nuove gamme di prodotto: Fast50 e l’inedito concept XO. Il Cco Fabio Ermetto: “Il nostro valore di produzione continuerà a crescere”

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È un anno importante quello che si apre per il Cantiere Baglietto , celebre marchio di yacht made in Italy , specializzato in imbarcazioni plananti dai 38 ai 50 metri e megayacht sopra i 35 metri. L’azienda con heaquarter a La Spezia, acquisita nel 2012 dalla famiglia Gavio (a capo dell’omonimo gruppo da 15 mila dipendenti e 4,3 miliardi di fatturato) celebrerà a fine 2024 il suo 170esimo anniversario .

Baglietto e le nuove gamme di prodotto Fast50 e X50

In attesa delle celebrazioni, Baglietto ha svelato due nuove gamme di prodotto firmate Francesco Paszkowski Design: Fast 50 , un progetto atteso, che segna un’evoluzione per le linee di barche veloci, innovative e tecnologiche che hanno reso celebre il marchio spezzino; e il concept XO , un progetto inedito attraverso il quale Baglietto debutta nel segmento Explorer, quello delle barche pensate per le lunghe traversate intorno al mondo. Il primo design all’interno di questa filosofia sarà X50.

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Un rendering del nuovo Fast50 di Baglietto. Icona del made in Italy nel corso della sua storia il cantiere di La Spezia ha ha conquistato armatori come Papa Leone XIII, il principe Ranieri di Monaco, Giacomo Puccini, Guglielmo Marconi, Giovanni Agnelli e Roberto Cavalli

Il bilancio di Baglietto

“Innovare nella tradizione resta per noi un presupposto fondamentale”, ha affermato il Ceo di Baglietto, Diego Michele Deprati , che – pur non volendo focalizzare l’attenzione sui numeri, ma sulle novità presentate dal Cantiere – ha parlato anche del buon momento a livello economico per un cantiere che chiuderà il 2023 con un valore della produzione pari a 140 milioni di euro e un portafoglio ordini da 500 milioni . “È un momento di instabilità a livello internazionale, ma rispetto al passato la domanda continua a tenere e questo trend positivo è per noi uno stimolo a continuare a innovare”.

Diversi gli investimenti sostenuti tra il 2020 e il 2023 da Baglietto: dalla mobilità sostenibile con il progetto BZero (produzione di idrogeno per i motori delle imbarcazioni a partire dall’acqua di mare) ai nuovi uffici di rappresentanza , dal focus nel settore della difesa (per la produzione di piccolo e medio naviglio, ma dall’elevato contenuto tecnologico) all’impegno per potenziare i cantieri di La Spezia e Marina di Carrara, che hanno raggiunto il massimo della capacità produttiva.

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Il rivoluzionario concept X0, presentato da Baglietto. Per questa azienda da poco più di 100 dipendenti (ma la cui produzione dà lavoro a circa 700 persone), la priorità non è la crescita organica, ma la qualità delle imbarcazioni

Il “no” alla quotazione in Borsa

“Il nostro target sono sei barche l’anno e oltre non vogliamo andare”, ha affermato Deprati sottolineando come l’aumento della produzione non sia prioritaria per Baglietto. “Aumentando i numeri c’è il rischio di svilire la produzione, mentre noi vogliamo mantenere la qualità e l’esclusività del marchio”.

Esclusa, da Deprati, anche la possibilità di un futuro in Borsa o all’ingresso di fondi nella proprietà per il Cantiere Baglietto – “Non rientra nelle nostre strategie. Siamo un’azienda italiana e rimarremo italiani al 100%” – mentre è in dirittura d’arrivo l’acquisizione di un’azienda di carpenteria che consentirà a Baglietto di consolidarsi nel settore degli yacht e della Difesa.

L’aumento del valore di produzione

Se il numero di yacht prodotti è destinato a non aumentare, diverso è il discorso per il valore della produzione. Nel corso della conferenza stampa, il Cco Fabio Ermetto , ha evidenziato i numeri dell’azienda, che a oggi ha in costruzione 21 yacht tra i 35 e i 60 metri, di cui quattro in costruzioni in speculazione, ovvero senza essere già stati ordinati da un cliente, “a testimoniare la grande solidità della proprietà”, ha sottolineato Ermetto. “Il valore della produzione è salito negli anni, passando dai 43 milioni di euro del 2020 ai 140 attesi nel 2023, crescendo sempre più della media del del mercato”. Un valore che, ha precisato il Cco di Baglietto, continuerà a crescere anche nei prossimi anni per il recente aumento della produzione e delle dimensioni degli yacht.

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Maxiyacht: Baglietto cresce (+37%) e potenzia la produzione a Carrara

Nello stabilimento toscano saranno realizzate le barche sport-fisherman che oggi sono prodotte in Usa. Digitalizzato l’archivio storico.

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Lo yacht Fast50 Baglietto

I venti gelidi che spirano a livello internazionale non sembrano toccare il settore dei maxiyacht, che continua a marciare spedito spingendo il distretto apuo-versiliese. Dopo la crescita registrata nel 2023 dal cantiere The Italian Sea Group (Tisg) di Marina di Carrara, quotato a Milano, arrivano ora i dati di chiusura di Baglietto, cantiere familiare – è dell’imprenditore Beniamino Gavio, il “re” delle autostrade – che ha stabilimenti produttivi alla Spezia e a Carrara.

Fatturato 2023 a 140 milioni (+37%)

Baglietto celebra i 170 anni del marchio col record di ricavi e col lancio di due maxiyacht da 50 metri, presentati oggi, 8 febbraio, in una conferenza stampa a Milano. Il 2023 si è chiuso con 140 milioni di euro di fatturato (+37%), un margine operativo lordo intorno al 20% e un portafoglio ordini salito a 500 milioni di euro. Gli yacht in costruzione sono 21, tra i 35 e i 60 metri di lunghezza. Quest’anno la stima è di arrivare a 160 milioni di ricavi: “Lo scenario geopolitico è complesso – ha spiegato l’amministratore delegato Diego Michele Deprati – ma la domanda di mercato sta tenendo. Il trend contina a essere positivo e questo ci dà la spinta per innovare e essere sempre più creativi”. Da qui lo sviluppo di due nuovi modelli, firmati Francesco Paszkowski Design: Fast 50, top di gamma nella linea di barche veloci, dotato di quattro motori per una velocità massima di 30 nodi; e XO che segna l’ingresso nel segmento delle barche per lunghe traversate, meno veloci (massimo 16 nodi) ma dirette a creare un’esperienza a bordo.

A Carrara è in arrivo la produzione di Bertram

Novità sono in arrivo anche per il cantiere di Carrara, dopo che a fine 2020 Baglietto ha incorporato i cantieri navali Cerri. “Negli ex cantieri Cerri sarà realizzata tutta la produzione delle barche Bertram – ha annunciato l’ad (oggi il cantiere Bertram ha sede negli Stati Uniti) – si tratta di un marchio americano di sport-fisherman, ma ora la volontà del presidente Gavio è far conoscere anche in Italia questo concetto”. Nello stabilimento toscano Baglietto sta digitalizzando anche l’archivio storico dell’azienda, in vista della creazione di un museo itinerante che sarà inaugurato dopo l’estate, in occasione delle celebrazioni per i 170 anni.

Silvia Pieraccini

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LA SPEZIA - Fine anno, tempo di bilanci. Per le aziende italiane impegnate sul fronte della grande nautica non mancano soddisfazioni, con successi commerciali e avviamento di nuovi progetti a scandire un successo che sembra non conoscere pause. E’ in questo scenario che brilla la stella di Baglietto, nome storico del Made in Italy specializzato nella costruzione di imbarcazioni plananti in alluminio da 38 a 50 metri e di megayacht dislocanti e semidislocanti dai 40 metri in su, in acciaio e alluminio.

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Nel corso del 2022 l’azienda del Gruppo Gavio ha venduto nel mondo 9 yacht di misura compresa tra 41 e 60 metri, ha 22 barche in costruzione, 3 nuovi modelli in consegna, ha aperto la divisione Bertram europea ed ha avviato tre nuovi uffici commerciali nel mondo, Australia compresa. Tutto ciò – tiene a sottolineare l’amministratore delegato Michele Deprati - in forza di investimenti per 13 milioni di euro nelle strutture di La Spezia e Carrara e di un’organizzazione tecnica, produttiva e commerciale che consente di guardare al futuro con la certezza di continuare a crescere”.

Proprio a fine dicembre, a pochi giorni dalla vendita dell’ottavo esemplare del T52, Baglietto ha acquisito la prima commessa del T60, yacht di 60 metri (per 10,50 di larghezza) firmato Francesco Paszkowski Design (con la collaborazione di Margherita Casprini per gli interni) i cui disegni sono stati presentati in anteprima solo tre mesi fa al Monaco Yacht Show 2022. La costruzione è ora in fase di avviamento e l’imbarcazione sarà varata e consegnata entro il 2026.

Naturale evoluzione del modello più piccolo di 52 metri di cui raccoglierà l’eredità, il T60 racchiude in sé i valori essenziali dello stile intramontabile di Baglietto proiettando il marchio del gabbiano in un nuovo orizzonte. “Difficile nascondere il grande senso di orgoglio che l’acquisizione di questa commessa ci trasmette - dichiara Fabio Ermetto, direttore commerciale del cantiere - . E non solo perché avvenuta a soli tre mesi dalla sua presentazione, a chiusura di un anno straordinario, ma soprattutto perché conferma l’opportunità delle scelte creative che il cantiere ha portato avanti insieme al designer Francesco Paszkowski. Credo che questo modello non solo racchiuda tutte le caratteristiche che il mercato oggi richiede, ma apra nuove prospettive per la nautica da diporto, proponendo soluzioni assolutamente uniche ed innovative”.

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Secondo i vertici del cantiere spezzino, infatti, il nuovo T60 cambierà totalmente il modo di concepire la vita in mare, stravolgendone le regole definite del mare/terra, dentro/fuori, formale/informale, giorno/notte. A giudicare dai primi rendering lo yacht si distinguerà dunque per le linee morbide, rese ancor più filanti grazie alle potenze laterali alleggerite che sembrano quasi “sospese” andandosi a fondere nella struttura del cielino esterno, mentre la striscia in vetro nero ad inglobare gli oblò, ormai un leit-motiv delle ultime imbarcazioni Baglietto, ne accresce l’effetto slanciato.

Totalmente innovativo il layout. Non esistono spazi chiusi, le finestrature a tutta altezza sia del salone principale che dell’upper deck, a scomparsa e totalmente apribili, creano ambienti che mutano e si armonizzano con l’ambiente circostante. Ambienti informali di giorno, aperti al mare e alla vita all’aria aperta si trasformano in spazi più formali e di rappresentanza di sera, sempre mantenendo il contatto diretto con il mare.

Beach area, salone principale e zona pranzo di questa imbarcazione innovativa sono concepiti come un unico spazio interconnesso: una beach lounge di 60 metri quadri, con piscina, zona bar, area conversazione e gym accoglie l’ospite al suo arrivo e lo accompagna al salone principale, completamente apribile, grazie ad una scalinata a vista. Ne risulta un ambiente su due livelli di quasi 100 metri quadri cui si aggiunge la sala da pranzo con vetrata interamente apribile, una straordinaria zona living a pelo d’acqua da godere sia di giorno che di sera.

In particolare, il primo T60 presenta una configurazione di grande originalità, con il ponte superiore trasformato in owners’ deck ed interamente calpestabile. Alla suite armatoriale si accede da una lobby a centro nave dove trova posto anche uno spettacolare ascensore in cristallo. La suite, che include ufficio, cabina armadio e grande bagno con servizi separati, offre una zona notte con vetrate apribili su tre lati che danno accesso privato ad una piscina esterna a prua.

A poppa l’area lounge si apre sul tavolo da pranzo esterno grazie alle finestrature interamente apribili su tre lati, confermando il continuo dialogo fra dentro e fuori che caratterizza l’intera imbarcazione. Una vasca idromassaggio ed una zona prendisole completano il layout di questo ponte.

Le sistemazioni per gli ospiti prevedono 4 cabine, 2 VIP e 2 riservate agli ospiti sul ponte principale, mentre una quinta cabina ospiti è situata sul ponte inferiore. Qui anche una sala massaggi, la grande cucina attrezzata per l’alta ristorazione e l’area destinata all’equipaggio che include crew mess, dinette e 7 cabine per 13 membri. L’intera zona sotto al ponte inferiore è destinata agli spazi tecnici: storage, cantina, magazzino bagagli e celle frigorifere trovano qui la loro collocazione. La timoneria è spostata sul ponte sole, dove trova posto anche la cabina del comandante. Un’ulteriore area pranzo, e zone prendisole a prua e poppa caratterizzano questo spazio.

Il garage, capace di ospitare un tender di 23 piedi oltre a 2 jet-ski e mezzi di salvataggio, è posizionato a prua del main deck mentre una cucina per l’alta ristorazione è situata a centro nave. A prua non può mancare la pista di atterraggio touch-and-go per l’elicottero. Lo yacht è motorizzato con 2 propulsori CAT 3512 capaci di spingere l’imbarcazione ad una velocità massima stimata in 16 nodi. 12 nodi l’andatura di crociera, in regime dislocante. Non mancherà il supporto di una componente elettrica, che andrà a configurare un sistema ibrido, mirato a ridurre le emissioni nocive, come già sperimentato sul Baglietto T52.

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Presentato da Baglietto un progetto di formazione e annunciata un’imminente acquisizione

Durante l’anteprima a Portofino del nuovo superyacht T52 l’a.d. Deprati ha rivelato che verrà prossimamente rilevata un’azienda di carpenteria

T52 Baglietto (1)

Portofino (Genova) – Location glamour, che nemmeno la pioggerellina all’inglese ha rovinato, clima di festa, parterre di prestigio fra clienti, sponsor e stampa, ma anche progetti concreti che stanno per iniziare, tenendo i piedi ben saldi a terra.

Il cantiere Baglietto ha scelto Portofino per presentare in anteprima mondiale il nuovo T52 poco prima della consegna al suo armatore italiano: dopo la stagione estiva verrà esposto al prossimo Monaco Yacht  Show. Il megayacht, disegnato da Francesco Paszkowski sia nelle linee esterne che negli interni (questi ultimi in collaborazione con Margherita Casprini), si distingue dal resto della gamma per una serie importante di innovazioni, la più importante delle quali è probabilmente la propulsione ibrida, disponibile in quattro modalità: diesel, diesel-elettrica (2) e shaft.

Anche la plancia, interamente custom, merita qualcosa in più che una semplice menzione, grazie al suo layout particolare con tre grandi monitor inclinabili posti di fronte ad altrettante poltrone delle quali la centrale, quella dello yacht master, davanti a sé non ha strumenti di comando, collocati invece ai suoi lati. Boning e Furuno sono i partner tecnologici con cui è stata realizzata questa plancia e sarà curioso vedere se il modello verrà replicato e dove.

Nove le persone di equipaggio, motorizzazione con due MTU 16V2000M86 che consentono al T52 di raggiungere la velocità massima di 17 nodi e un’autonomia di 3.600 miglia nautiche in modalità tradizionale. L’autonomia con modalità diesel elettrico può arrivare fino a 7.600 nm con la possibilità di ormeggio all’ancora fino a 10 ore con il supporto delle sole batterie.

Molto originale il design della poppa aperta con un beach club disposto su tre livelli: la grande piscina ha come particolarità una chiusura “a scomparsa”, grazie a un pavimento con movimentazione up/down che permette di estendere ulteriormente lo spazio del ponte quando non in uso.

L’anteprima portofinese è stata anche l’occasione per lanciare il progetto “Officina Baglietto” che vuole identificare, formare e specializzare giovani generazioni di creativi nel mercato del lusso, attraverso quattro percorsi formativi dedicati alla moda, alla gioielleria, all’arredo e alla nautica.

Questi percorsi si avvarranno della collaborazione con professionisti di settore: l’area moda con Tiziana Fausti e 10 Corso Como, il settore product design è affidato a Nicholas Bewick, Architecture Art Director presso lo studio Amdl Circle, il gioiello a Rosa Maria Villani – coordinatore e responsabile, della scuola dell’Arte e della Medaglia di Poligrafico e Zecca dello Stato -, mentre la nautica allo stesso Paszkowski, da oltre trent’anni designer di riferimento dei cantieri Baglietto.

Il progetto, nella sua interezza, è curato da YACademy, accademia di design con base a Bologna, e qualificantesi fra i più prestigiosi istituti post-graduate a livello internazionale.

Le candidature si chiuderanno entro il mese di ottobre e l’iniziativa entrerà nel vivo da dicembre 2023 prima con un periodo di formazione dei giovani selezionati alla Spezia, per poi approdare presso le varie realtà partner (fra Milano, Roma e Firenze), per un percorso intensivo di progettazione orientato a declinare il marchio Baglietto nel mondo moda, design, arredo e nautica.

“L’obiettivo di questo progetto di cosiddetta ‘brand extension’ è arrivare al Salone del Mobile 2024 con qualcosa di concreto da presentare” ha spiegato a SUPER YACHT 24 Alessandro Cecchini, fondatore di Yac.  “Per i candidati non ci sono limiti di età, prevediamo di inserirne circa quindici per ogni percorso, arrivando a una sessantina in totale”.

A margine dell’evento l’amministratore delegato del cantiere, Michele Deprati, si è soffermato sui principali risultati economici di Baglietto: “Abbiamo chiuso il 2022 con circa 100 milioni di fatturato e prevediamo per quest’anno una crescita di circa il 30%, attualmente abbiamo venti barche in costruzione. Il nostro portafoglio ordini è coperto fino al 2026 ma non ci fermiamo: ci attendiamo una crescita nel settore della difesa, dopo la consegna delle prime due unità da 40 metri a Fincantieri, che le collocherà sulla nave Trieste della Marina Militare, in costruzione al Muggiano. Quello militare è un segmento che intendiamo potenziare molto, andando in parallelo alla nautica da diporto e sfruttando al meglio le nostre piattaforme navali”.

Deprati infine ha rivelato l’imminente acquisizione di un’azienda di carpenteria, nell’ottica di internalizzare alcune funzioni chiave e avere un maggiore controllo su tempistiche e qualità dei processi produttivi: “L’operazione è praticamente definita e si concluderà entro un paio di mesi al massimo, per noi è importante anche dal punto di vista infrastrutturale” ha anticipato a SUPER YACHT 24.

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Baglietto yacht, ecco che cos’è il progetto B-zero. Si punta allo yachting sostenibile

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E’ stato presentato in occasione del Monaco Yacht Show 2021  il progetto B-zero di Baglietto Yacht . Ma in cosa consiste esattamente? Scopriamolo insieme.

Il cantiere Spezzino, Baglietto Yacht , ha deciso di dare vita al progetto green B-zero (“ B raised to Zero ”) nell’ambito delle fonti energetiche alternative, espressione della visione e dell’impegno concreto di Baglietto per una nautica sostenibile , al quale hanno preso parte partner di rilevanza internazionale. E’ infatti proprio sulla ricerca e sulla sostenibilità che si indirizza la sfida di Baglietto per il futuro. Una nautica sempre più sostenibile e green è l’obiettivo da raggiungere.

Il progetto B-zero di Baglietto Yacht ha come obiettivo primario quello di aumentare l’autonomia elettrica di crociera dell’imbarcazione in modalità zero emissioni e prevede l’integrazione a bordo delle imbarcazioni Baglietto della tecnologia fuel cell a idrogeno su piattaforma ibrida o diesel-electric .

Baglietto Yacht non è solo in questa sfida. Insieme al cantiere Spezzino, capofila del progetto, partecipano infatti sei partner di rilevanza internazionale, tutti con team di progettazione e sviluppo basati in Italia: ARCO FC , BLUENERGY REVOLUTION , ENAPTER , H2BOAT , RINA e SIEMENS ENERGY . Realtà che collaboreranno al fine di produrre entro il 2022 nel cantiere Baglietto un prototipo su scala 1:1 perfettamente funzionante e che potrà essere applicato su imbarcazioni in consegna nel 2025 .

Come spiegato, il sistema B-zero prevede l’implementazione di un modulo di produzione di idrogeno che a partire da acqua di mare filtrata e deionizzata produce idrogeno con grado 5.0 di purezza alla pressione max di 35 bar grazie a una sistema di elettrolizzatori di tipo AEM (per una potenza totale di approx. 55 kW). Gli elettrolizzatori sono alimentati primariamente da energia proveniente da fonti rinnovabili (pannelli fotovoltaici) e/o dalla rete elettrica al fine di produrre per quanto possibile idrogeno di tipo “green”. L’idrogeno in pressione prodotto viene immagazzinato in forma solida a bassa pressione e temperatura ambiente all’interno di bombole di idruri metallici (MH storage). Il processo di stoccaggio e di rilascio dell’idrogeno dagli idruri è gestito da un sistema di “thermal management” che consente di riscaldare (durante la scarica) e di raffreddare (durante ricarica) gli idruri metallici. L’energia termica richiesta è ricavata dal calore prodotto dal modulo Fuel Cell di tipo PEM (approx. 185 kW) che usa l’idrogeno come combustibile per la produzione di corrente elettrica a zero emissioni di inquinanti e di rumore. La corrente prodotta è controllata mediante un convertitore DC/DC su un bus centrale in corrente continua 700 V DC del tipo già testato sugli yacht dotati di tecnologia ibrida del cantiere Baglietto. Sullo stesso bus in parallelo alla Fuel Cell è collegato un set di batterie agli ioni di litio con il compito di assorbire picchi e brusche variazioni di carico della domanda energetica lato utilizzatore.

Il prototipo verrà utilizzato per sviluppare le procedure di funzionamento a bordo, per ottimizzare gli aspetti tecnici e ottenere le opportune certificazioni navali necessarie per poter usare il sistema a bordo ed effettuare la ricarica di idrogeno nei serbatoi in autonomia e/o da fonte esterna (supplendo alla carenza di infrastrutture da una parte e/o velocizzando i tempi di rifornimento dall’altra). La sicurezza e il controllo verranno garantiti dall’Ente di Classifica RINA, che seguirà e validerà ogni singola fase di implementazione del processo fino alla certificazione finale del sistema.

Diego Michele Deprati , ceo di Baglietto, ha sottolineato: “Nel 1874 Giulio Verne scrisse: ‘L’acqua sarà un giorno un combustibile. L’idrogeno e l’ossigeno di cui è costituita, utilizzati isolatamente, offriranno una sorgente di calore e di luce inesauribile’. Dopo quasi 150 anni quel momento è arrivato e Baglietto vuole essere protagonista di questo processo. Da sempre il nostro marchio è stato sinonimo di avanguardia, di innovazione tecnologica, di progresso. Sentiamo come un’urgenza la necessità di andare oltre e dare il nostro contributo nei confronti di un tema, quale quello di una nautica che sia finalmente sostenibile e veramente green, che per noi è oggi imprescindibile. A questo fine abbiamo istituito un dipartimento espressamente dedicato allo studio delle nuove tecnologie ecosostenibili, ‘Baglietto Energy’ con il preciso intento di studiare l’implementazione di fonti di energia alternative da applicare alla nautica. Il Progetto ‘B raised to zero’ è al tempo stesso un punto di arrivo importante, ma anche di partenza per la grande sfida del futuro che porterà gradatamente all’eliminazione degli idrocarburi”.

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Le linee volute da Francesco Paszkowski Design riprendono gli stilemi classici della tradizione dislocante Baglietto in acciaio sotto le 500Gt, attualizzate in uno yacht dal sapore contemporaneo, dalla personalità distintiva, mantenuta anche negli interni che portano la firma sempre di Fpd in collaborazione con Margherita Casprini . «È un momento che aspettavamo da tempo – commenta Fabio Ermetto , Cco di Baglietto – Vedere scendere in mare una nostra imbarcazione è sempre una grande emozione, ma per la prima c’è sempre un pizzico di eccitazione in più . Lo scafo 10238 è uno yacht che segna una tappa determinante nel percorso del nostro cantiere anche in termini di ricerca e sviluppo: è infatti anche il primo della linea con motorizzazione ibrida. Un percorso verso una nautica sostenibile che il cantiere sta portando avanti con ferma convinzione».

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Per questo primo T52 il contatto con il mare è garantito dal design della poppa aperta con un beach club disposto su 3 livelli – già diventata un marchio di fabbrica del nuovo corso Baglietto: la grande piscina presenta la particolarità di una chiusura a scomparsa , grazie ad un pavimento con movimentazione up/down che permette di estendere ulteriormente lo spazio del ponte quando non in uso. Le grandi finestrature a tutta altezza e apribili su 3 lati del ponte superiore creano una zona lounge “al fresco” con area conversazione e zona pranzo godibile con qualsiasi situazione atmosferica. Il ponte sole lungo circa 24 metri, altro elemento connotante dello stile Baglietto, conferma la tradizione degli yacht dislocanti del brand.

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Produttori di yatch, primo in classifica Azimut-Benetti

L’ industria nautica italiana non è mai stata meglio. Lo dimostra l’andamento del fatturato generale del settore, che oggi vale oltre il 3,2% del Pil e di recente sta vivendo annate positive a livelli mai visti prima. Nel 2022 la nautica in Italia ha fatturato oltre 7,3 miliardi di euro: risultato in aumento del 20% rispetto al 2021. In realtà è dal 2013 che il comparto vive una crescita continua, eccezion fatta per il 2020, quando il fatturato subì una decrescita del 2,6% rispetto al 2019: tutto sommato leggera, considerando che la pandemia ha bloccato ogni attività economica e che il Pil dell’Italia è sceso di quasi il 9%. Ma a contribuire al valore della cantieristica italiana non sono solo i produttori di yacht.

La principale voce che concorre a formare il fatturato complessivo dell’industria nautica italiana è innanzitutto la cantieristica , che vale oltre i due terzi del totale. Poi ci sono la produzione di accessori (circa il 25%), motori (tra il 7 e l’8%) e, infine, il “ refit ” (l’attività di riparazione e restauro delle imbarcazioni). Vediamo in questa classifica quali sono i principali produttori di yatch in Italia .

Azimut-Benetti, leader con 1,2 miliardi di fatturato

Con un fatturato di oltre 1,2 miliardi di euro, Azimut-Benetti è il primo gruppo della nautica italiana per valore di vendite, nonché primo produttore mondiale di megayacht, con un’ampia gamma di modelli sul mercato. Azimut-Benetti, come gruppo, esiste dal 2003, anche se ha alle spalle una storia molto più lunga, che affonda le radici nell’esperienza di Azimut , azienda produttrice di yacht dal 1969 e di Cantieri Benetti , che realizza imbarcazioni dal 1873 . Il gruppo Azimut-Benetti ha oltre 526mila metri quadri di area produttiva distribuita in 138 stabilimenti in 80 paesi del mondo e un team di 2.350 dipendenti . I suoi marchi principali sono Azimut, una gamma di imbarcazioni a motore dai 13 ai 38 metri e Benetti, tra i più grandi costruttori mondiali di megayacht da 37 a oltre 100 metri.

produttori di yatch

Gruppo Ferretti, portafoglio ordini di 1,3 miliardi di euro

Supera il miliardo di euro di fatturato anche il Gruppo Ferretti , altro leader internazionale della progettazione, costruzione e commercializzazione di yacht a motore e imbarcazioni da diporto. Ferretti Group, che trae origine da un’impresa familiare attiva anche nel settore auto negli anni ‘60, oggi gestisce sette cantieri navali in Italia e ha clienti in oltre 70 paesi , in particolare in Europa, Asia e Stati Uniti. Sono sette i marchi di Ferretti: Ferretti Yachts, Riva, Pershing, Itama, CRN, Custom Line e Wally. Il Gruppo è quotato alla borsa di Hong Kong e al 31 dicembre 2022 aveva raggiunto un portafoglio ordini , ossia l’insieme di ordini richiesti dai clienti in attesa di esecuzione, per un valore di 1,3 miliardi di euro.

Produttori di yacht, Sanlorenzo a quota 742 milioni

“Costruiamo poche barche all’anno, perché fare le cose nel modo giusto significa anche farle su misura”. Questa frase compare sul sito internet della Sanlorenzo Yacht , al terzo posto della graduatoria (742 milioni di fatturato). E dice tanto di questa azienda fondata nel 1958. La Sanlorenzo, infatti, ha fatto della qualità la propria bandiera, decidendo da tempo di poter soddisfare le richieste di non più di 50 clienti all’anno. Pochi esemplari costruiti ogni dodici mesi: unica filosofia possibile per assicurare l’eccellenza del prodotto. In oltre 50 anni di attività, Sanlorenzo ha costruito e venduto circa mille yacht , ognuno personalizzato al massimo per essere unico e diverso dagli altri. La sede principale del cantiere si trova ad Ameglia (La Spezia), ma esiste una seconda divisione a Viareggio , casa storica della nautica italiana.

Per The Italian Sea Group una storia lunga 448 anni

The Italian Sea Group può vantare una storia secolare, che si rifà al Cantiere Picchiotti, risalente al 1575 , di cui ha rilanciato il marchio ponendolo ai vertici della classifica dei produttori di yacht. Con 295 milioni di fatturato, The Italian Sea Group è un punto di riferimento della nautica internazionale, specializzato nella progettazione di yacht fino e oltre i 100 metri di lunghezza. Con una presenza tra La Spezia , Marina di Carrara e Viareggio, in 448 anni di storia gli yacht varati riconducibili al gruppo sono stati oltre 1.260 . Italian Sea Group conta 1.700 collaboratori , tra progettazione e produzione e 244 mila metri quadri di area produttiva totale, dislocata in otto sedi.

Superano i 100 milioni di fatturato Cantiere del Pardo e Baglietto

Cinquant’anni di storia da poco compiuti, oltre 5 mila imbarcazioni varate e oltre 20 premi vinti. Cantiere del Pardo , 180 milioni di fatturato, ha un sito produttivo di 40 mila metri quadri . È suddiviso tra falegnameria all’avanguardia, carpenteria all’insegna della tradizione e delle manualità artigiane e area di assemblaggio, dove le imbarcazioni prendono forma e vita per il collaudo finale nel bacino di prova. Supera i 100 milioni di fatturato anche Baglietto , altra realtà storica della nautica italiana, fin dal 1854 . Forte di un portafoglio ordini che arriva al 2026, per un valore totale di 360 milioni di euro.

Nautica italiana, i lavoratori sono 28.660

Come dicevamo, la nautica italiana – è il caso di dirlo – naviga in acque senza dubbio tranquille. Ma non è sempre stato così. Nel 2013 il settore era crollato a un fatturato di appena 2,4 miliardi di euro. Un livello molto basso, arrivato dopo un periodo turbolento iniziato con la crisi economica del 2008 , che aveva destato timori anche dal punto di vista occupazionale.

Oggi invece, nonostante le incertezze politiche ed economiche internazionali, il settore è in piena crescita. Gli addetti sono 28.660 (+8,8% in un anno) e il peso del comparto sul Pil italiano è sempre più evidente. Gran merito va all’ export : l’ 88% della produzione nautica italiana ha come destinazione l’estero. E oltre il 18% delle esportazioni totali del settore è rappresentato dalle imbarcazioni italiane.

I dati si riferiscono al: 2022

Fonte: Confindustria Nautica, bilanci delle aziende citate

Leggi anche: Fincantieri, le navi da crociera raggiungono quota 100

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Ecco quali sono le grandi corporazioni dietro allo yachting

Dietro marchi e cantieri oggi non ci sono quasi più aziende di famiglia come nel passato ma grandi gruppi industriali, holding finanziarie e investitori privati che controllano il mercato e danno forma all’industria nautica. ecco quali sono le 9 corporazioni più importanti..

A leggere comunicati stampa, annunci ufficiali e brochure aziendali il 70 per cento dei cantieri nautici si definisce leader del mercato. Può quindi essere difficile per un armatore in vena di acquisti o in generale per la comunità di appassionati distinguere a prima vista la reale posizione finanziaria delle aziende nautiche e le loro dimensioni. Dopo 20 anni di operazioni finanziarie, investimenti, fusioni e acquisizioni, complice la grande crisi del 2009 nel settore della nautica sono emersi alcuni gruppi industriali, grandi imprenditori e holding finanziarie che controllano un’ampia fetta del mercato e danno forma all’industria.

Chi sono questi colossi della nautica? In linea generale a investire nella nautica sono quasi sempre soggetti esterni a questo mondo che operano e accumulano capitali in altri settori economici: gruppi industriali, multinazionali, holding finanziarie, imprenditori, banchieri e fondi d’investimento. Per tutti la nautica ha un suo appeal a prescindere dall’andamento dell’economia: gli yachts rappresentano infatti uno status symbol legato al lusso, al benessere e al tempo libero. Senza contare che i cantieri nautici sono aziende qualificate che costituiscono un bel mix di tecnologia e cultura artigiana.

Vediamo allora quali gruppi economici ci sono oggi dietro i grandi marchi della cantieristica italiana e internazionale, quale è la loro configurazione societaria e quali risultati hanno ottenuto finora queste partnership.

Dalian Wanda Group

Fatturato annuale: $39,47 miliardi

Fondatore e presidente: Wang Jianling

Marchi: Sunseeker

Dalian Wanda Group è il più grande operatore commerciale immobiliare in Cina e il più grande operatore di catene di cinema del mondo. È stato fondato nel 1988 da Wang Jianlin, il terzo uomo più ricco della Cina. La società ha oggi 634 miliardi di yuan in attività e gestisce oltre 26 milioni di metri quadrati di proprietà alberghiera. Nel 2013, la società ha deciso di acquistare Sunseeker, produttore di yacht con sede nel Regno Unito. Dopo avere subito perdite per 9 milioni di sterline nel 2009, Sunseeker era stata rilevata da FL Partners, una società irlandese di private equity. Sunseeker è stato venduto nel 2013 al Gruppo Wanda per circa 300 milioni di sterline secondo il Financial Times.

Fatturato annuale: $44,18 miliardi

Fondatore e presidente: Bernard Arnault

Marchi: Princess Yachts, Royal Van Lent (Feadship)

Moet Hennessy Louis Vuitton, meglio conosciuto come il conglomerato francese dei beni di lusso, LVMH, forse non è così sorprendentemente anche un protagonista nel settore dei superyacht. Nel 2008, L Capital, società di investimento della compagnia, ha acquistato Princess Yachts in un contratto del valore di 200 milioni di sterline secondo la Reuters, con il sostegno della banca d’investimento Calyon. La LVMH fa capo a Bernard Arnault, imprenditore francese e uno tra gli uomini più ricchi del mondo, con un patrimonio stimato di 26 miliardi di dollari. L’alleanza societaria per il cantiere inglese va a gonfie vele, visto che nel 2017 ha stabilito il record di vendite con commesse per un totale di 1 miliardo di dollari e un incremento del fatturato del 26,6% rispetto al 2016.

Gavio Group

Fatturato annuale: €2,2 miliardi

Marchi: Baglietto, Cerri Cantieri Navali, Bertram

Anche il Gruppo Gavio, grande azienda italiana la cui principale attività è nelle concessioni autostradali con la società che gestisce oltre 1.400 chilometri di autostrade in Italia, ha interessi nel settore della nautica da diporto. Nel 2012 Beniamino Gavio ha guidato l’acquisizione dell’iconico cantiere italiano Baglietto per un importo di 18,5 milioni di euro. All’epoca però il cantiere spezzino era prossimo al fallimento. Gavio lo ha fatto ripartire investendo 50 milioni di euro di cui 18,5 milioni per il marchio e altri 18 milioni, spalmati in due anni e mezzo per la costruzione del nuovo stabilimento. Il gruppo ha ulteriormente consolidato la propria posizione nel settore acquistando Cerri Cantieri Navali, pochi mesi prima dell’accordo di Baglietto e successivamente acquisendo Bertram negli Stati Uniti nel 2015.

Privinvest Group

Proprietario: Akram & Iskandar Safa

Marchi: CMN, Nobiskrug, ADM Shipyards

Il gruppo Privinvest è una delle più grandi società marittime d’Europa che è coinvolta nella produzione navale e nell’industria dei superyacht. Fondata dai fratelli Safa, Privinvest acquistò la società Constructions Mécaniques de Normandie (CMN) con sede a Cherbourg, in Francia, nel 1992. La compagnia riuscì poi a lanciarla come cantiere navale con commesse dal Medio Oriente secondo l’Indipendent. Nel 2007 il gruppo ha finanziato il 30 per cento della società Abu Dhabi MAR che si è avventurata nella costruzione navale attraverso ADM Shipyards e ha lavorato al maxi yacht Yas di 141 metri. Nel 2009 Privinvest ha continuato a consolidare la sua posizione nel settore acquisendo anche il cantiere navale tedesco Nobiskrug che recentemente è diventato il più famoso per la costruzione dello yacht a vela A lungo 142,8 metri.

Azimut-Benetti Group

Fatturato massimo registrato: €300 miliardi

Presidente: Paolo Vitelli

Marchi: Benetti, Azimut

Azimut è stata fondata all’inizio degli Anni 70 da Paolo Vitelli come concessionaria di barche Amerglass. L’azienda si è quindi evoluta nella produzione di yacht costruendo la sua prima barca da 43 piedi. Successivamente varò Failaka, il primo yacht in vetroresina di 30 metri mai costruito, a un principe kuwaitiano. Nel 1985, Azimut rilevò il cantiere navale Fratelli Benetti a Viareggio, ponendo le radici per il gruppo. In seguito, la società ha iniziato a collaborare con il giovane designer  Stefano Righini che avrebbe concepito le linee Azimut per le quali l’azienda è conosciuta oggi. La società ha acquisito il cantiere Gobbi nel 2001 che ora produce la gamma di yachts Atlantis del gruppo da 10 a 18 metri. Nel 2004 il gruppo ha acquisito Fraser Yachts, una grande società di intermediazione di yacht. In seguito ha sviluppato il Marina di Varazze e il Royal Yacht Club di Mosca. Nel 2018 Azimut/Benetti ha registrato un fatturato di 850 milioni di euro, pari a +18 per cento sui 723 milioni del valore di produzione 2017 e nel prossimo triennio 2019-2021 investirà ulteriori 122 milioni di euro.

Ferretti Group

Fatturato massimo registrato: €1.5 miliardi

Proprietario: Weichai Group, Ferrari family

Marchi: Ferretti, Custom Line, Pershing, CRN, Itama, Mochi Craft, Riva

Ferretti nasce nel 1968 come prima divisione marittima dell’azienda familiare di Alessandro e Norberto Ferretti. Nel 1971 l’azienda varò il suo primo yacht in legno e nel 1982 iniziò a produrre barche per la pesca sportiva con flybridge. Nel 1996 il gruppo decise di espandersi in una gamma più ampia e di creare la Custom Line, una divisione destinata a operare nella crescente fascia di 26-40 metri. Negli anni seguenti la società ha moltiplicato le acquisizioni comprando CNA nel 1998, CRN nel 1999, Riva nel 2000, Mochi Craft nel 2001 e Itama nel 2004. Mentre la società si stava preparando per un’offerta pubblica iniziale (IPO) dopo essere stata acquisita in da Candover Investments che ha portato il valore del Gruppo a € 1,5 miliardi nel 2007, la crisi finanziaria ha portato a un calo significativo delle vendite. Di conseguenza il Gruppo ha dovuto ristrutturare il debito e i suoi creditori, guidati dalla Royal Bank of Scotland, hanno convertito una parte del loro debito di € 1,2 miliardi in azioni secondo Bloomberg. Il Gruppo Ferretti fu infine venduto a Weichai Group, una società statale cinese, il più grande produttore di bulldozer in Cina. Resta inteso che la società ha in seguito acquistato la partecipazione di RBS nel Gruppo Ferretti. Nel 2016, la famiglia Ferrari ha acquisito una partecipazione del 13,2% nel capitale del produttore di yacht.

Vagit Alekperov

Fatturato: $14.9 miliardi

Marchi: Heesen Yachts, OneOcean Port Vell

Il signor Vagit Alekperov è attualmente considerato uno degli uomini più ricchi della Russia secondo Forbes. Nel maggio 2015 è stato reso noto che il capo di Lukoil, la più grande compagnia petrolifera indipendente della Russia, è l’attuale proprietario di Heesen. Secondo i media olandesi nel 2008 Alekperov ha acquistato il cantiere Heesen Yachts dal fondatore Frans Heesen per una somma di 100 milioni di euro. Nel marzo 2016 Heesen ha lanciato la sua ultima ammiraglia, la Galactica Super Nova di 70 metri (Progetto Kometa) che è stata costruita per lo stesso Mr. Alekperov. Insieme a QInvest, la banca d’investimento del Qatar, Alekperov ha acquisito il porto turistico del superyacht di Barcellona, ​​OneOcean Port Vell, che, secondo i media spagnoli, ha finanziato fin dall’inizio.

Mohammed al-Barwani

Fatturato: $1,2 miliardi

Marchi: Oceanco, Turquoise Yachts

Magnate dell’energia, Mohammed al-Barwani ha fatto la sua ricchezza investendo in petrolio, gas, minerali e produzione. Nel 2010, tuttavia, ha deciso di acquistare il cantiere olandese Oceanco dal magnate delle spedizioni greche Theodore Angelopoulos. Prima azienda a costruire piscine termali su superyacht, Oceanco ha beneficiato molto dell’approccio pratico di Al-Barnawi che ha consegnato il bellissimo Nirvana al miliardario russo Potanin e ha ampliato la sua struttura per poter costruire yacht fino a 160 metri. Nel dicembre 2013 al-Barwani ha ulteriormente consolidato la sua posizione nel settore acquistando il produttore turco di yacht, Proteksan (ora Turquoise Yachts).

Genting Group

Fatturato annuale: $2,18 miliardi

Fondatore: Lim Goh Tong

Marchi: Wider Yachts, Grand Bank Yachts, U Boat Worx, Lloyd Werft

Gruppo economico specializzato nel settore dell’intrattenimento con sede in Malesia, Genting Group ha acquistato la proprietà del cantiere italiano Wider Yachts attraverso la sua linea di crociere Genting Hong Kong, espandendo ulteriormente i suoi interessi nel settore dello yachting. Ideato da Tilli Antonelli, ex amministratore delegato di Pershing (acquisita dal Gruppo Ferretti), Wider Yachts è stato fondato nel 2010 con il primo modello da 13 metri, Wider 42, il cui punto di forza è diventato la piattaforma estendibile situata in mezzo alla nave. Secondo l’indice Timeline, Wider Yachts è stato venduto a maggio 2013 per la cifra di € 22 milioni.

Il coinvolgimento di Genting con Wider ha tuttavia avuto inizio nel dicembre 2012, quando il gruppo ha effettuato un investimento nel cantiere navale italiano tramite un aumento di capitale che ha consentito di ottenere una partecipazione del 50 per cento nella società. “Ho deciso di sostenere Wider perché sono rimasto impressionato dal suo sviluppo e dalla sua capacità di affermarsi sul mercato internazionale” ha commentato il presidente di Genting, Tan Sri Lim Kok Thay al momento dell’investimento.

Gli interessi del gruppo malese nello yachting non si limitano a Wider Yachts in quanto il Gruppo Genting ha una partecipazione del 24,85% in Grand Banks Yachts dal dicembre 2014 e una quota del 15 per cento nel produttore di sottomarini di lusso U-Boat worx. Il capitale riservato alla nautica del gruppo, inclusa la sua partecipazione in Wider, raggiunge i $ 38 milioni.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore, reporter e direttore di testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici, compresi tutti i watersports.

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  • Di - Andrea M.

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Gli yacht Azimut Benetti e Sanlorenzo in vetta alla classifica mondiale

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Pensioni, ancora lunga la strada per la riforma, atlantic technologies presenta le opportunità digitali per l imprese.

baglietto yacht fatturato

Benissimo i marchi italiani nella classifica dei produttori di yacht oltre i 24 metri stilata ogni anno da Boat International

di Raoul de Forcade

10 dicembre 2021

I punti chiave

Vitelli (azimut benetti): riusciamo a pestare i piedi ai nordeuropei anche nel mercato oltre gli 80 metri, si punta al miliardo di fatturato.

3' di lettura

Nonostante l’epidemia di Covid sia ancora in corso, la nautica appare in buona salute. In particolare quella italiana, visto che, nella top chart mondiale 2022 dei costruttori di yacht da 24 metri in su, i primi due posti sono di altrettanti cantieri italiani: Azimut Benetti in testa, seguito da Sanlorenzo. Nella classifica stilata ogni anno da Boat International, tra i primi tre cantieri più produttivi figurerebbe anche il gruppo Ferretti, secondo le analisi degli stessi compilatori del report. Tuttavia, al pari dell’anno scorso, il cantiere resta fuori dal ranking per non aver fornito dati precisi sull’entità del proprio orderbook.

In assenza del cantiere italiano, dopo i primi due posti tricolori si trova Ocean Alexander, cantiere taiwanese-americano, poi gli olandesi di Feadship e i tedeschi di Lurssen. Al sesto posto un’altra azienda italiana: Overmarine (che nel rank 2021 era all'ottavo posto) e ancora cantieri tricolori al numero 8: The Italian Sea Group ( l’anno scorso era in nona posizione) che è anche il produttore italiano con la maggiore lunghezza media di yacht in orderbook (63,1 metri); poi Baglietto al 10° posto (nella chart 2021 era al 14°), Cantiere delle Marche al 12° (nel precedente elenco era al 16°) e infine, al 15°, Palumbo (che nella classifica 2021 era al 13°). Insomma, anche quest’anno, nella top chart di 17 posti (perché – oltre Ferretti – hanno mancato di fornire i dati sugli scafi in costruzione, e sono stati quindi esclusi, anche i costruttori britannici Sunseeker e Princess), ben sette sono occupati da cantieri italiani e quasi tutti saliti di posizione rispetto alla rilevazione dell’anno precedente.

Per quanto attiene ai primi tre posti in classifica, Azimut Benetti risulta numero uno assoluto, con 128 nuovi progetti in cantiere, per un totale complessivo di 4.601 metri di lunghezza; Sanlorenzo conta invece 117 progetti con 4.159 metri. Marcatissimo il divario con il terzo: Ocean Alexander conta infatti solo 47 progetti per 1.494 metri.

«È un grande orgoglio come sempre – afferma Giovanna Vitelli, al vertice di Azimut Benetti – essere i numeri uno al mondo. Avviene già da diversi anni ma non è mai scontato. Con la pandemia di Covid avevamo temuto il peggio, invece anche quest’anno abbiamo potuto brindare. Quando poi, come nel caso del nostro gruppo, hai un fatturato intorno al miliardo di euro, aumentare ancora di più non è banale. Noi, peraltro, da un lato copriamo la fetta di mercato di successo degli yacht tra i 30 e i 50 metri, dove i cantieri tricolori sono molto attivi, mentre quelli del Nord Europa (specializzati in giga yacht, ndr ) non sono riusciti a entrare; ma siamo anche l’unico cantiere italiano ad andare a pestare pesantemente i piedi al mondo del Nord Europa, per le barche sopra gli 80 metri. Coniughiamo questa duplice natura: da un lato quella di essere presenti nel core business che ha l’Italia nel campo degli yacht, con barche sia di Azimut, come il trideck, sia di Benetti, in particolare l’Oasis; dall’altro lato c’è la sfida che abbiamo intrapreso, con caparbietà e grandi investimenti, sui giga yacht. Il Nord Europa, su quel settore, in generale non ha concorrenti ma noi sentiamo di essere percepiti dal mercato come i più “tedeschi” tra i cantieri del Sud».

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L’andamento dei listini, le storie societarie del momento e i protagonisti dell’attualità finanziaria

I grandi broker internazionali, prosegue la Vitelli, «vedono oggi in noi un player alternativo al Nord Europa e non per il prezzo, come in passato è successo agli italiani, ma come un cantiere che ti offre la qualità e la tecnologia nordeuropea, con qualche elasticità in più, che in Italia siamo in grado di assicurare. Certo, c’è ancora un minimo di gap sul prezzo ma è questo il percorso che riteniamo giusto per arrivare all’obiettivo. Non bisogna dimenticarsi che, noi italiani, scontiamo gli effetti di una percezione del sistema Italia, da parte degli stranieri, che lo classifica come meno affidabile di altri. Anche se devo dire che, con Mario Draghi premier, stiamo acquistando più credibilità come Paese, fattore di cui si giova anche la nautica».

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Nell’anno 2021-2022, Azimut Benetti, dice la Vitelli, punta ad avere un miliardo di fatturato (contro gli 860 milioni del precedente) «e per quanto riguarda il portafoglio ordini – afferma – per Benetti abbiamo la copertura di gran parte dei modelli fino al 2025 e addirittura fino al 2026. La situazione, peraltro, è eccezionale anche per le barche di dimensioni minori, che hanno un fronte temporale medio di sei mesi negli ordinativi, mentre oggi, per Azimut, già non c’è più disponibilità per la gamma del 2022 e siamo a ragionare sul 2023».

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La nautica traina l’economia di Olbia, un’azienda tra i primi posti in Italia per fatturato

imprese

30 Gennaio 2023

baglietto yacht fatturato

di Maria Verderame

La società del gruppo sno ai primi posti per fatturato in italia..

E’ a Olbia una delle aziende nautiche maggior per ricavi in Italia. L’azienda del gruppo SNO, come dimostra anche un’analisi sui bilanci condotta dal Cipnes Gallura, è una dei primi dieci in Italia per fatturato. Tra le aziende italiane nella nautica la Sno è in top10 nel Paese per fatturato . La storica impresa risiede nella zona industriale di Olbia e ha un bilancio di 36 milioni di euro.

  • La nautica di Olbia al Boot Düsseldorf, Morelli (Nss): “È la vetrina giusta per il charter”

Lo ha decretato il Global Order Book del 2022 , dove al primo posto c’è il gruppo Azimut-Benetti della famiglia Vitelli con 128 yacht in costruzione per una lunghezza media di 35.9 metri e al secondo posto c’è Sanlorenzo di Massimo Perotti con 117 yacht in costruzione per una lunghezza media di 35.5 metri. La Gallura si conferma quindi una delle realtà più solide e sempre più in espansione per quanto riguarda il settore nautico.

I dati sul settore della nautica a Olbia.

Nell’area industriale Olbia, gestita dal Cipnes Gallura, sono presenti oltre 60 imprese della nautica e numerose sono le aziende collegate affini. Solo in Gallura l’economia della nautica genera, complessivamente, ricavi per 225 milioni, mentre l’Italia è il paese leader al mondo per la produzione di yacht oltre i 24 metri, con 523 maxi, super, giga yacht in costruzione.

La Gallura si conferma anche la prima in Italia per occupazione nell’Economia del mare , dove i dipendenti nel settore della nautica sono 16,8% del totale degli occupati. Questi dati sono stati raccolti nel report di Unioncamere. Nello stesso rapporto il territorio è secondo in Italia per valore aggiunto (13,9%).

La classifica sulle aziende italiane per fatturato.

L’azienda della nautica in Italia che fattura di più, secondo i bilanci del 2021, è Azimut-Benetti: 1 miliardo 033 milioni. Segue poi la Ferretti, con 514.8 milioni. Al terzo posto c’è la Sanlorenzo (464 milioni) , seguita da Overmarine Group (115.5 milioni) . Al quinto posto l’ Absolute, con 76.8 milioni , mentre la sesta è Cantieri del Pardo (71.3 milioni). Segue la Baglietto : 64.9 milioni, Cantiere Nautico Cranchi: 57.4 milioni, Solaris Yacht: 36 milioni, SNO: 36 milioni e Sacs: 27.6 milioni.

Il gruppo Sno, che detiene il marchio Novamarine, sta investendo molto a Olbia puntando sulla costruzione di motoscafi Magnum Marine ed è la decima azienda nautica in Italia per entità di fatturato. Un risultato sorprendente che proietta Olbia come una delle città più importanti del Mediterraneo per il settore nautico e unica realtà del Mezzogiorno per sviluppo di questo comparto.

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    Baglietto, l'anno 2022 da ricordare per successi commerciali, investimenti e progetti: già venduto il primo T60 atteso nel 2026

  8. Presentato da Baglietto un progetto di formazione e annunciata un

    A margine dell'evento l'amministratore delegato del cantiere, Michele Deprati, si è soffermato sui principali risultati economici di Baglietto: "Abbiamo chiuso il 2022 con circa 100 milioni di fatturato e prevediamo per quest'anno una crescita di circa il 30%, attualmente abbiamo venti barche in costruzione.

  9. Maxi yacht, Baglietto consolida la leadership: ordini per 500 milioni

    Il Sole 24 Ore. Maxi yacht, Baglietto consolida la leadership: ordini per 500 milioni. Presentate ieri a Milano due nuove imbarcazio­ni di lusso da 50 metri. 2024-02-09 - Silvia Pieraccini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA. Cresce, allarga la gamma, stringe un'acquisizio­ne di filiera.

  10. Baglietto yacht, ecco che cos'è il progetto B-zero. Si punta allo

    By Redazione Redazione 27 Settembre 2021 243. E' stato presentato in occasione del Monaco Yacht Show 2021 il progetto B-zero di Baglietto Yacht. Ma in cosa consiste esattamente? Scopriamolo insieme.

  11. Baglietto, ecco il primo megayacht «ibrido» T52: super batterie e 7.600

    Il design. Le linee volute da Francesco Paszkowski Design riprendono gli stilemi classici della tradizione dislocante Baglietto in acciaio sotto le 500Gt, attualizzate in uno yacht dal sapore ...

  12. Baglietto S.p.a. (06990310960), La Spezia

    FABBRICAZIONE DI ALTRI MEZZI DI TRASPORTO. Ragione sociale: Baglietto S.p.a. Partita IVA: 06990310960. Codice Fiscale: 06990310960. Sede legale: Viale, San Bartolomeo, 414. Città: La spezia ( SP) Regione: Liguria. Codice ATECO: 30.12 - Fabbricazione Di Altri Mezzi Di Trasporto. Codice REA: SP121873.

  13. Produttori di yatch, primo in classifica Azimut-Benetti

    Supera i 100 milioni di fatturato anche Baglietto, altra realtà storica della nautica italiana, fin dal 1854. Forte di un portafoglio ordini che arriva al 2026, per un valore totale di 360 milioni di euro.

  14. Ecco quali sono le grandi corporazioni dietro allo yachting

    L'alleanza societaria per il cantiere inglese va a gonfie vele, visto che nel 2017 ha stabilito il record di vendite con commesse per un totale di 1 miliardo di dollari e un incremento del fatturato del 26,6% rispetto al 2016. Gavio Group. Fatturato annuale: €2,2 miliardi. Marchi: Baglietto, Cerri Cantieri Navali, Bertram

  15. Cantieri Baglietto per maxi yacht, fatturato e ordini record

    Cantieri Baglietto per maxi yacht, fatturato e ordini record - Notiziario Finanziario - Notizie Banche Italiane Assicurazioni. Cantieri Baglietto per maxi yacht, fatturato e ordini record. Presentati a Milano due maxi yacht.

  16. Gli yacht Azimut Benetti e Sanlorenzo in vetta alla classifica mondiale

    10 dicembre 2021. Azimut Benetti riparte da un nuovo Ceo e nuovi modelli. I punti chiave. Vitelli (Azimut Benetti): riusciamo a pestare i piedi ai nordeuropei anche nel mercato oltre gli 80 metri....

  17. Un'azienda nautica di Olbia tra i primi posti in Italia per fatturato

    Segue la Baglietto: 64.9 milioni, Cantiere Nautico Cranchi: 57.4 milioni, Solaris Yacht: 36 milioni, SNO: 36 milioni e Sacs: 27.6 milioni. Il gruppo Sno, che detiene il marchio Novamarine, sta investendo molto a Olbia puntando sulla costruzione di motoscafi Magnum Marine ed è la decima azienda nautica in Italia per entità di fatturato.

  18. Barche Baglietto in vendita

    Trova 34 Baglietto in vendita vicino a te, con prezzi delle barche, foto e molto altro. Individua i distribuitori e trova la tua barca in YachtWorld. App di YachtWorld Realizza il tuo sogno oggi stesso

  19. Baglietto-52m dislocante

    Dislocante. Francesco Paszkowski Design. T52. T60. Condividi con noi i tuoi sogni. Sappiamo come trasformarli nella tua nuova realtà. contattaci. BAGLIETTO SOCIAL. 52m T-Line dislocante.

  20. About Baglietto

    Baglietto has always been on the cutting-edge of yacht design, thanks to its revolutionary models from the MAS to the "islands" series, its materials which led the transition from wood to aluminium, its design, building the first ever superyachts, and performance, designing hulls exceeding 60 knots as early as the '80s.

  21. Home

    Baglietto dal 1854 è custode della sua storia ed esploratore di futuri possibili. Sempre teso alla ricerca del perfetto punto di equilibrio tra tradizione e innovazione, tra classico e moderno, tra fisica ed estetica, combinando estro e pragmatismo, artigianalità e performance, creatività e tecnica. scopri. BAGLIETTO WORLD. Dal mondo, nel mondo.

  22. Yacht

    GLI YACHT TAILOR MADE REFIT & REPAIR TAILOR MADE Yacht unici e su misura Costruiamo insieme ai nostri clienti yacht unici e su misura. Siamo una boutique per pochi: scegliamo di soddisfare pochi clienti l'anno, ai quali dedichiamo la nostra totale attenzione. Non esistono due Baglietto uguali, perché ogni Baglietto è cucito su misura sul […]

  23. Home

    A voyage of discovery lasting more than 165 years. Since 1854, Baglietto has been inspired by its past and invested in its future. Its mission is to achieve the ideal balance between tradition and innovation, the old and the new, physics and aesthetics, combining flair and pragmatism, craftmanship and performance, creativity and technique. read ...