The Phantom of the Opera

(USA 1925, Il fantasma dell'Opera , bianco e nero/colore, 101m a 20 fps); regia : Rupert Julian, (sequenze aggiunte nella versione sonora) Edward Sedgwick, Ernst Laemmle; produzione : Carl Laemmle per Universal-Jewel; soggetto : dal romanzo Le fantôme de l'Opéra di Gaston Leroux; sceneggiatura : Raymond Schrock, Elliott J. Clawson, (dialoghi della versione sonora) Frank McCormack; fotografia : Virgil Miller, Charles Van Enger; montaggio : Maurice Pivar; scenografia : Charles D. Hall.

Erik, grande talento musicale e voce sublime dal sembiante mostruoso, vive nascosto nei sotterranei dell'Opéra di Parigi, costretto a nascondere le sue fattezze di teschio dietro una maschera. La sua vita reclusa è tutt'uno con quella del teatro; lì vede e s'innamora di Christine, giovane soprano graziosa e inesperta. Senza svelarsi e restando al di là d'una parete, con la sola voce il mostro seduce la bella, la educa con intransigente dedizione, si 'impossessa' di lei, fa sgorgare dal suo petto la musica pura che scioglie ogni cuore. Per portarla al trionfo, non esita davanti al delitto, e uccide la soprano titolare, minaccia l'orchestra, terrorizza il pubblico; quindi rapisce Christine, la porta nei suoi territori nascosti, nell'elegante dimora sotterranea (con vista su un lago) che s'è costruito; lì mostra il suo volto inguardabile, e vede lei, che ama riamata l'ufficiale Raoul, ritrarsi inorridita. L'orrore saprà trasformarsi in pietà, non in amore. Braccato, il mostro si lascia abbattere dalla polizia.

Forse ci si può dolere solo del fatto che Rupert Julian, come del resto tutti gli altri registi che ricavarono film dal libro di Gaston Leroux, non abbia ritenuto opportuno assegnare uno spazio, anche breve, alle "ore rosee di Mazenderan". Leroux era un brioso giornalista parigino, gran viaggiatore e autentico avventuriero, che si era parodicamente autoritratto nel personaggio di Rouletabille, grasso globetrotter indagatore di 'casi' in bilico tra l'umorismo, il romanzo poliziesco e quello di spionaggio. Leroux era nato nel 1868 e morì nel 1927; la parte nel romanzo assegnata al Persiano, che racconta le "ore rosee di Mazenderan", è riferibile al culto per l'Orientalismo e al gusto esotista, ben presenti nei suoi coetanei pittori, musicisti, illustratori. Secondo un'ipotesi accreditata, sembra che la prima idea del suo Fantôme sia nata in Leroux da una specie di leggenda metropolitana che parlava di un laghetto e di una casetta di legno nascosti proprio in fondo ai sotterranei dell'immenso palazzo dell'Opéra. Ma Rupert Julian è estremamente fedele proprio all'essenza recondita del racconto di Leroux. Ecco dunque la particolare atmosfera visiva di quella Parigi dei passages descritti da Walter Benjamin, nei quali camminava anche il giovane Ferdinand in Mort à credit : è la Parigi dei baffuti e barbuti signori che ammirano Jules Verne e a volte anche lo imitano, è la Parigi brillante delle Grandi Esposizioni, capitale di una gioia di vivere che trova se stessa nel can can, nelle luci, negli amori facili e frequenti, nelle delizie di tanti salotti che diventeranno poi componenti della piccola madeleine di Marcel Proust. Si beve champagne, si ride, si ama con scanzonata promiscuità, si crea una moda che tutti imitano nel mondo, si insegna a dipingere come gli impressionisti e si fanno nascere innumerevoli impressionismi nazionali.

Ma non c'è solo questo. La sconfitta di Sedan brucia ancora, Émile Zola denuncia l'orrore dell'antisemitismo, il professor Charcot sviluppa nuove idee sulle malattie mentali di cui si imbeve un suo allievo viennese di nome Sigmund Freud. È la Parigi dei 'fantasmi', come scriverà un nostro grande francesista, Giovanni Macchia. E Rupert Julian riesce, magicamente, inimitabilmente, a raggiungere proprio le viscere, le tetre budella di quest'altra città, dove, come scendendo per gironi infernali, si può trovare Erik, maschera orripilante che cela un viso orrido, da non vedersi mai. Di doni ne ha avuti tanti, Erik, è un geniale musicista che compone un Don Giovanni trionfante , perché, pur nascondendo sotto una maschera le disgustose fattezze di un viso che Lon Chaney ha reso emblema struggente dell'abiezione, il Fantasma ama e desidera, vuole il piacere, brama la bellezza di Christine Daae. Alla giovane e bella cantante ha fatto anche da maestro: l'ha resa bravissima dandole speciali lezioni senza farsi vedere, stando dietro un muro. Poi Christine raggiunge Erik passando per uno specchio, proprio come Alice.

Ma lei ama Raoul de Chagny, prova solo orrore per il mostro. E, del resto, Rupert Julian lo ha reso coerente monarca di un Altrove assoluto, un regno del male dove Piranesi si lega a M.C. Escher e Max Ernst a Gustave Moreau. "Una volta mi chiamavano Erik, ora sono una leggenda senza nome" dice il Fantasma e poi appare nel Grande Ballo in Maschera, dimensione immaginativa resa da Rupert Julian con tetra e perentoria possanza. Qui, come se spremesse, dal testo di Leroux, umori e misteri che in esso sono solo nascosti, Erik proclama che lì, sotto i piedi di chi danza, tanti sono morti tra inverosimili torture. Così, non il Fantasma di Leroux, ma proprio quello di Rupert Julian diventa una delle tremende, grandi icone del Novecento. Se osserviamo la truce bellezza visionaria che trapela dall'ombra dell'impiccato Joseph Buguet, un macchinista ucciso da Erik perché "sapeva troppo", se scrutiamo l'altro mondo 'di sotto', dove si può condurre un cavallo e avanzare in battello nel dedalo di canali, se analizziamo il contrasto tra il sopra, con i baffuti e comici proprietari, e il sotto, con Erik e il suo organo che suona inneggiando alla morte, se guardiamo alla folla che fa a pezzi il Fantasma e lo butta nella Senna, allora possiamo dire che questo è proprio il Novecento.

Esclusione, tortura, segregazione, terrore programmato, dignità negata, violenza totalizzante, odio, bassezza: tutto questo sta dentro l'Opéra. Il ventre del Tempio, la parte oscura del monumento alla lirica, l'odio sotterrato dove impera il piacere, e Christine Daae che proprio non può amare Erik, perché la gratitudine, qui, non trasfigura e non migliora nessuno. Non c'è dubbio che Gaston Leroux abbia ideato una grande trama, e sia da porsi fra quei pochi che hanno creato un personaggio simbolo che dura nel tempo. È vero anche, però, che senza la speciale lettura di Rupert Julian, senza la consequenziale efferatezza di Lon Chaney, il fantasma di Gaston sarebbe forse rimasto prigioniero di un limitato numero di amatori.

Un'altra leggenda metropolitana dice che Hitler, nel suo breve viaggio a Parigi dopo la vittoria del 1940, si fece portare nel palco numero cinque dell'Opéra, bussò su una parete, attese un poco.

Interpreti e personaggi : Lon Chaney (Erik, il fantasma), Mary Philbin (Christine Daae), Norman Kerry (Raoul de Chagny), Snitz Edwards (Florine Papillon), Gibson Gowland (Simon), John Sainpolis (Philippe de Chagny), Virginia Pearson (Carlotta), Edward Cecil (Faust), Arthur Edmund Carewe (Ledoux), Edith Yorke (Mama Valerius), Anton Vaverka (suggeritore), Bernard Siegel (Joseph Buguet), Olive Ann Alcorn (La Sorelli), Cesare Gravina (impresario teatrale).

Bibliografia

Skig., Phantom of the Opera , in "Variety", September 9, 1925.

Char., Phantom of the Opera , in "Variety", February 12, 1930.

G. Brown, The Phantom of the Opera , in "Monthly film bulletin", n. 496, May 1975.

L. Edgington, The Phantom of the Opera , in Magill's Survey of cinema. Silent films , 2° vol., a cura di F.N. Magill, Englewood Cliffs (NJ) 1982.

S. MacQueen, The 1926 'Phantom of the Opera' , in "American cinematographer", n. 9, September 1989 e n. 10, October 1989.

A. Abruzzese, Maschere: l'invenzione di Leroux , in Su la maschera , a cura di P. Fabbri, M. Guaraldi, Milano 1996.

  • FILM in Cinema
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  • OPÉRA DI PARIGI
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  • IMPRESSIONISTI

Il Fantasma dell’Opera

il fantasma dell'opera di Gaston-Leroux

Per la realizzazione della sua opera l’autore si ispirò ad una leggenda che circolava negli ambienti dell’Opera di Parigi e la rielaborò dando vita ad un romanzo dall’atmosfera oscura e stregata, ricco di elementi gotici ma anche anticipatore del genere poliziesco.

Additato dalla critica del tempo come un romanzo immorale e addirittura pornografico, per via della violenza e della crudeltà che vi sono descritte, il libro ottenne però un enorme successo con una popolarità consacrata dalle tante riduzioni cinematografiche, soprattutto dal celeberrimo musical di Lloyd Webber .

Trama del Fantasma dell’Opera

La storia si svolge a Parigi sotto il regno di Napoleone III ed ha come scenario il Teatro dell’Opera di Parigi. Nei meandri del teatro si aggira il “Fantasma” Erik, che, nato con il volto sfigurato è costretto a nascondere le sue orrende fattezze dietro una maschera. Campione di eccessi al pari di Dracula, Erik miete ed esige vittime come per vendicarsi della sua condizione di reietto.

Musicista geniale, vive nascosto nei sotterranei del teatro che conosce alla perfezione ma un giorno si innamora di Christine, giovane ed inesperta soprano.

Il fantasma, grazie alla sua splendida voce, seduce la ragazza e diventa il suo maestro; s’impossesserà di lei riuscendo a far sgorgare dal petto della sua schiava d’amore una musica sublime.

Tra Christine ed Erik s’instaura un rapporto che non è solo di sopraffazione: anche Christine incosciamente desidera il suo carnefice. Al suo innamorato, Raoul de Chagny, la ragazza confida di essere stata sedotta dalla voce del suo maestro; Erik del resto è come un vampiro e come ogni vampiro è un seduttore, con occhi di brace che divampano nella notte e trafiggono e con una voce che irretisce e convince in maniera impalpabile e magica.

Ma Christine è una creatura umana e avendo voluto vedere “la faccia della voce” (per curiosità come le mogli di Barbablù) ne rimane sconvolta: “Adesso ho paura di tornare ad abitare con lui: nella terra!”

A poco a poco, però, la giovane comincia a provare un’infinita pietà per la sorte di Erik, nato con un volto orribile ma con un’intelligenza geniale e si trova divisa tra l’amore romantico per Raoul e l’oscura attrazione per il Fantasma.

Quando Erik scopre che Christine e Raoul si frequentano e segretamente si sono fidanzati, rapisce la ragazza portandola con se nei sotterranei del teatro ma alla fine la lascerà libera permettendole di vivere il suo amore per Raoul e allo stesso tempo concedendo a se stesso una redenzione prima di morire.

Il fantasma dell'opera di Gaston Leroux, locandina

Il fantasma dell’opera di Gaston Leroux, locandina

Conclusione

In questa storia gotica , d’amore e di morte, l’Opera di Parigi è il vero protagonista del romanzo, una sorta di Alter ego del Fantasma, il luogo che crea l’azione: palcoscenico, platea, palchi, camerini, labirintici corridoi e scale, tutto ciò che è sopra e sotto il palcoscenico, botole e tetto e infine i sotterranei dove Erik ha la sua dimora sono i veri protagonisti di tutta la vicenda.

Il Fantasma è un personaggio gotico non solo per i suoi tratti fisici ma anche per ciò che rappresenta: egli incarna il male, la morte e la dannazione. Tuttavia il Fantasma dell’Opera, tirannico e assassino, diventa a sua volta vittima, succube di quella cosa incontrollabile e misteriosa che è l’amore.

Il lettore si ritrova pian piano sedotto dal Fantasma e, procedendo nella lettura, impara ad avere compassione per le sue lacrime e ammirazione per la sua intelligenza e la sua sensibilità.

One Response

Davvero ben descritto. Non concordo però nel definire Erik l’incarnazione del male, è solo un’anima in pena che ferita e tradita si abbandona al proprio lato oscuro.

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Il fantasma dell'Opera

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Il fantasma dell'Opera Copertina flessibile – 15 dicembre 1999

  • Copertina flessibile —
  • Lunghezza stampa 272 pagine
  • Lingua Italiano
  • Editore Lampi di Stampa
  • Data di pubblicazione 15 dicembre 1999
  • Dimensioni 20.5 x 3.1 x 14 cm
  • ISBN-10 8848800645
  • ISBN-13 978-8848800648
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Dettagli prodotto

  • Editore ‏ : ‎ Lampi di Stampa (15 dicembre 1999)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 272 pagine
  • ISBN-10 ‏ : ‎ 8848800645
  • ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8848800648
  • Peso articolo ‏ : ‎ 300 g
  • Dimensioni ‏ : ‎ 20.5 x 3.1 x 14 cm
  • n. 11 in Narrativa sui vampiri

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Il fantasma dell'opera

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Letteratura straniera

Recensione utenti, opinioni inserite: 6.

La Lettrice Raffinata

Il cinema prima del cinema

“Il fantasma dell’Opera” è un romanzo capace di mescolare con gusto il thriller a piccole dosi di gotico e romance. Considerato il capolavoro di Leroux, questo libro ha dato vita ad una delle figure più iconiche nel panorama dei “mostri” letterari, pur arrivando un po' in ritardo, con la prima pubblicazione datata 1910. A grandi linee, la storia è nota al grande pubblico grazie alle molte rappresentazioni teatrali ed ai lungometraggi che ha ispirato, ma il romanzo originale serba molto di più: siamo negli anni Ottanta dell'Ottocento a Parigi e la maggior parte della vicenda si svolge all'interno di quel nebuloso ed affascinante conglomerato noto come il teatro dell'Opera, un luogo pieno di meraviglie ed orrori dove... «I sottopalchi [...] riescono a trasformare piccoli malaticci in magnifici cavalieri, orrende streghe in fate radiose di giovinezza. [...] ...E i fantasmi vi passeggiano come fossero a casa loro...» In un'ambientazione tanto suggestiva si vanno a delineare due archi narrativi paralleli, accomunati dalla misteriosa figura del fantasma; da un lato abbiamo i nuovi direttori dell'Opera Moncharmin e Richard alle prese con le richieste quanto mai materiali di questo essere spettrale, dall'altra la storia d'amore tra il nobile Raoul de Chagny e la talentuosa cantante Christine, relazione contrastata non solo dalla differenza sociale tra i due ma anche dalla gelosia di un uomo mascherato. Il romanzo è costellato da un ricco cast di personaggi, ma solo i principali rimangono impressi indelebilmente nella mente del lettore. Accantonando i direttori -vittime dei siparietti comici di Leroux- e il meraviglioso personaggio chiamato il Persiano, la narrazione è in prevalenza incentrata sui protagonisti di questo macabro triangolo amoroso, Christine, Raoul ed il fantasma. La prima ci viene sempre descritta come una fanciulla dall'ingenuità spiazzante, generata ed accresciuta dai racconti del padre; «-Ebbene, Raoul, mio padre è in cielo, e io ho ricevuto la visita dell'Angelo della musica. -Non ne dubito-, replicò seriamente il giovanotto, il quale credeva di comprendere che, in un pensiero patetico, la sua amica mescolasse il ricordo del padre con i clamori del suo recente trionfo.» la sua indole generosa si rivela però essenziale per la risoluzione dell'intreccio, riscattandola così agli occhi del lettore. Caratterialmente opposto a lei è invece il visconte di Chagny: Raoul è un giovane serio e pragmatico, «[...] ciò non vietava che credesse al soprannaturale solo in materia di religione e che la storia più fantastica del mondo non avrebbe potuto fargli dimenticare che due più due fa quattro.» allo stesso tempo è capace di spendere tutto se stesso per amore di Christine e non esita ad abbandonare gli agi della vita nobiliare pur di stare accanto a lei. Ultimo eppure più importate è il fantasma dell'Opera stesso. Spesso associato a personaggi che condividono con lui un aspetto fisico deforme, come il gobbo Quasimodo o la Creatura in “Frankenstein” di Mary Shelley, in realtà il fantasma ha in comune con loro solo la genesi della sua storia; a differenza dei suoi “colleghi”, lui dedica la sua esistenza al crimine macchiandosi di truffa, rapimento, aggressione e perfino omicidio. D'altro canto, il fantasma è unico anche nei suoi obiettivi, perché la solitudine per lui non è un sicuro rifugio dall'odio dell'umanità bensì una tortura imposta che vorrebbe fuggire, come afferma lui stesso in questo estratto: «[...] per quanto mi riguarda, è impossibile continuare a vivere così, sottoterra, in una tana come una talpa! “Don Giovanni trionfante” è terminato, ora voglio vivere come tutte le altre persone.» E a dispetto delle parole compassionevoli del Persiano e di Christine non si riescono a dimenticare i molti delitti di uno tra i più malvagi antagonisti della letteratura. Il romanzo ha una struttura particolare, figlia dell'esperienza lavorativa dell'autore. Nascosto dietro la maschera del narratore, Leroux sfrutta la sua esperienza di giornalista per raccontare la storia come fosse un intricato caso di cronaca, tentando al contempo di persuadere i suoi lettori sulla reale esistenza del fantasma. «L'istruttoria ipotizzò più tardi che quell'ombra fosse quella del visconte Raoul de Chagny; io non lo credo affatto, [...] Penso piuttosto che quell'ombra fosse quella del fantasma, che era al corrente di tutto, come presto si vedrà.» Come avrebbe fatto per uno dei suoi articoli, l'autore cita delle fonti ufficiali inserendole nel testo, come le trascrizioni degli interrogatori: «Che cosa era successo? [...] ed ecco in che modo questi [interrogatori] furono trascritti sui verbali dell'inchiesta (fascicolo 150). Domanda: La signorina Daaé non vi aveva visto scendere dalla vostra camera dalla singolare uscita che avevate scelto? Risposta: No, signore, no, no.» ed afferma di aver interpellato personalmente molti dei personaggi coinvolti. Purtroppo la maggior parte del testo non è composto da questi estratti e ne risulta un espediente monco; non ho apprezzato troppo neanche l'utilizzo spropositato dei puntini di sospensione e i repentini cambi dei tempi verbali, forse colpa della traduzione. Ho invece apprezzato molto la struttura narrativa di alcune scene, dal taglio quasi cinematografico, con i retroscena svelati in un secondo momento a creare un effetto di suspense o al contrario comico. E proprio il lato umoristico della storia è un grande punto a favore del libro; pur avendo le capacità di scrivere una valida trama gialla, Leroux sceglie di prendersi gioco sia dei direttori nella loro piccola indagine per smascherare il fantasma, «[...] qui ci siamo soltanto io e te!... e se le banconote sparissero senza che noi ci entrassimo in alcuni modo, né te né io... non resta che credere al fantasma... al fantasma...» sia delle stesse forze dell'ordine, nella persona del commissario Mifroid che prende il suo compito decisamente alla leggera: «È tutta qui, signori, quest'arte della polizia, ritenuta tanto complicata, ma che diventa così semplice non appena si è compreso che tutto sta nel far fare il poliziotto a chi non lo è!»

Indicazioni utili

ClaudiaM

Il Fantasma dell’Opera – Gaston Leroux

Mi spiace di andare controcorrente, ma la mia impressione riguardo questo romanzo non è molto positiva. Le tematiche sono buone, non c’è dubbio: il concetto di aspetto esteriore e aspetto interiore che non spesso combaciano (Notre-Dame de Paris di Victor Hugo docet!). Tuttavia, questo non è a mio parere sufficiente. Christine Daee è eccessivamente ingenua e il continuo tira e molla con Raul insensato. La signora Giry e il Persiano sono figure troppo poco approfondite. In particolare, perché mai il Persiano decide di aiutare Raul? Tutti gli altri omicidi da parte di Erik per lui non contavano niente? Per quanto tenesse a lui (SPOILER: e poi, perché teneva a lui? Perché lo aveva salvato in passato per poi non rivederlo più, se non per caso all’Opera?), era comunque un assassino. Mi è in particolar modo dispiaciuto il fatto che l’approfondimento sul collegamento tra il Persiano ed Erik sia stato relegato nell’epilogo, come se lo scrittore si fosse ricordato in ultimo che mancava qualcosa, utilizzando anche uno stile diverso per narrare. Lo stile. Non so se sia dovuto all’edizione che ho comprato io (che effettivamente era molto economica), ma l’alternanza dell’uso dei verbi al passato e al presente (e non parlo di quando lo scrittore si rivolge al lettore) è davvero estenuante. Per non parlare della descrizione della stanza dei supplizi: davvero confusionaria. Molte volte, poi, il racconto è frammentato con aneddoti poco interessanti: dopo che Christine viene rapita, la questione delle banconote che scomparivano dalle tasche dei direttori e che dura per ben tre capitoli non si regge. Oltretutto, poi non viene neanche spiegato come scomparivano queste banconote.

Prelude

Angelo o Fantasma?

Una delle storie più interpretate e rivisitate, ma chi davvero può dire di aver letto il romanzo dello scrittore francese Leroux?. Le ambientazioni reali della Parigi ottocentesca si scontrano con un mondo sotterraneo ignoto e labirintico, che non può contaminare il primo. Ciascuno deve preservare se stesso e difendersi dall’altro. Chi tenta di confondere le due realtà è destinato a fallire. Scisso tra verità e finzione, razionalità e superstizione, “Il Fantasma dell’Opera” riesce a coinvolgere il lettore per la sua verosimiglianza: i personaggi sono uomini e donne condannati all’infelicità, che vivono nell’ombra, ma che aspirano alla luce. Cosa può esserci di terrificante in questa che è la nostra condizione perenne? E’ la bruttezza che ci intimorisce e che ci porta ad allontanare ciò che è diverso, ad isolare ed isolarci (inevitabile riconoscere l’influenza greca della Kalokagathia). A ciò che è ignoto l’uomo dà il nome di “fantasma” per giustificare la propria codardia e pigrizia intellettuale: perché cercare di capire, quando è molto più divertente e facile credere in qualcosa di soprannaturale?. Solo la cantante Christine Daaè rimane incatenata dal fascino della presenza che “infesta” il teatro parigino che, da creatura demoniaca, lei identifica con “l’Angelo della musica”. Ma, quando anche la donna comprende che non vi è nulla di mistico nel suo Angelo, la verità è troppo orrida da accettare. Questo scatena la furia del fatidico "fantasma", che, alla fine, si rivelerà più umano di chiunque altro. Quindi nel testo , forse, i ruoli di “vittime” e “carnefici” potrebbero essere ribaltati. A voi la scelta.

Ginseng666

La bella cantante e il fantasma misterioso..

Una storia misteriosa ed emblematica, sospesa tra un sogno ambizioso e una realtà senza speranza.. Si narra in questa vicenda la storia di un uomo che nasconde miseramente la sua identità dietro una maschera e una bella cantante dell'opera, di cui lui si è innamorato. A me questa storia fa pensare alla vicenda di "la bella e la bestia" , favola a lieto fine...ma che comunque contiene il principio irresistibile della trasformazione e dell'amore che può guarire e riscattare... In questa storia il principio che emerge è diverso: è un mostro che si innamora di una ragazza, ma è lui che vorrebbe compierne una fantasiosa trasformazione, mutarla nella sua anima gemella.. fare in modo che lei lo ami nonostante la sua deformità. Vi sono state numerose trasposizioni cinematografiche di questo libro. Quella che io preferisco è "Il fantasma dell'opera" del regista Dario Argento che attravero la descrizione impietosa di Erik identificato nel disgustoso uomo dei topi, che vive nelle fogne, perchè abbandonato da una madre crudele, mette in luce lo squilibrio di un amore che vuol fondersi con un elemento che non gli appartiene. Il gioco di luci ed ombre...non è mai vincente... La luce non può fondersi con l'orrore del buio...che può oscurare anche la coscienza più innocente, ma spesso esce da questo conflitto umiliato e vinto. Consigliato. Saluti. Ginseng666

Lady Libro

Molto bello

Uno dei romanzi più belli che io abbia mai letto: avvincente, ricco di suspence e mistero, romantico, toccante e coinvolgente. Il personaggio di Erik mi ha affascinata moltissimo, dato che su di lui circolano tantissime domande, segreti e misteri: umano o fantasma? Mostro o uomo? Amore o semplice desiderio di uccidere? Passione o vendetta? Difficilmente dimenticherò una bellissima figura come la sua. L'unica cosa che non mi è piaciuta è il modo in cui Leroux scriveva: punteggiatura estremamente errata, narrazione degli eventi troppo rapida, troppi cambi di narratori o protagonisti... Per farla breve: un modo troppo frettoloso di scrivere. Nonostante ciò, però, il libro è assolutamente da leggere.

darkala92

Erik - Vittima del destino e delle passioni

Che storia bizzarra ed originale è questa! Un cocktail di emozioni: tristezza, amarezza, pietà, amore.. Devo ammettere che in un primo momento, la storia di un fantasma che vive negli inferi della casa della musica di Parigi e che chiede il suo "stipendio" ripetutamente ai direttori dell'Opera, è un qualcosa di azzardato. Il personaggio di Erik - il fantasma - può sembrare, in un primo momento, odioso, in quanto tormenta l'Opera per nessuna ragione apparente. Successivamente però si apprende la sua storia frustrante, si comincia col provare pena della sua esistenza e si finisce col compatirlo. Una creatura mostruosa, deriso da tutti per via del suo brutto aspetto, tale da sembrare la Morte vivente. I suo stessi genitori provavano un senso di disgusto nel vederlo; utilizzato addirittura come fenomeno da baraccone nelle fiere! mah,ahimè, sto svelando proprio l'Epilogo. - Pardon - E' un personaggio, però, tremendamente normale e maledettamente fuori dal comune allo stesso tempo. Ucciso da pene d'amore, come un qualsiasi essere umano, abile architetto di costruzioni "anomale", ma soprattutto quello che papà Daaé aveva definito: l'Angelo della Musica. Una voce, la sua, che va oltre il normale, oltre il concepibile, tale da ingannare e soggiogare tutti, compresa la povera Christine, vittima delle passioni ardenti del fantasma. Come non compatire un uomo/fantasma che ha un aspetto talmente raccapricciante da essere costretto ad indossare una maschera (ciò può tirare in inganno, nel senso che ci si aspetterebbe un uomo, di bellissimo aspetto, dalla voce divina che con la sua mente controlla le altre), confinato in una dimora al di sotto del mondo, che desidera semplicemente essere trattato come gli altri, passeggiare per le vie di Parigi senza essere deriso, guardato, accarezzando e tenendo per mano sua moglie. Ovviamente tutta la storia è racchiusa in un alone di mistero, di gotico, di assolutamente incantevole, che cattura l'attenzione del lettore. Anche l'Epilogo è interessante, in quanto delinea concetti e riporta scoperte, della presunta indagine, che non sono stati trattati nel resto del libro. Ma, dopo questa recensione, porgo a voi la domanda: Erik, mostro da compatire o da odiare?

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    Erik, grande talento musicale e voce sublime dal sembiante mostruoso, vive nascosto nei sotterranei dell'Opéra di Parigi, costretto a nascondere le sue fattezze

  6. Il Fantasma dell'Opera di Gaston Lereux del 1911

    Nei meandri del teatro si aggira il “Fantasma” Erik, che, nato con il volto sfigurato è costretto a nascondere le sue orrende fattezze dietro

  7. Il fantasma dell'Opera: la leggenda che ispirò Gaston Leroux

    La storia ha inizio la notte del 28 ottobre 1873, quando il conservatorio situato al numero 9 di rue Le Peletier venne distrutto in un incendio.

  8. Il fantasma dell'Opera : Leroux, Gaston, Rossi, R.: Amazon.it: Libri

    Erik, angelo della musica, artista sublime ma respinto da tutti per la sua ripugnante bruttezza, oscuro signore dei sottosuoli del teatro, trascina la sua

  9. Il fantasma dell'opera

    Una storia misteriosa ed emblematica, sospesa tra un sogno ambizioso e una realtà senza speranza.. Si narra in questa vicenda la storia di un uomo che nasconde

  10. Il fantasma dell'Opera. Ediz. integrale di Gaston Leroux

    Breve, incisivo, forse sin troppo crudele a volte, ci rapisce durante la lettura, obbligandoci a vivere la storia attraverso gli occhi di Erik, condannato a

  11. Il fantasma dell'Opera. Ediz. integrale

    Il fantasma dell'Opera. Ediz. integrale è un libro di Gaston Leroux pubblicato da Newton Compton Editori nella collana I MiniMammut: acquista su Feltrinelli