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IL FANTASMA DEL PALAZZO REALE DI NAPOLI
di Fantasmi leggende e misteri di Napoli e Campania · 17 Febbraio 2017
Secondo una antica leggenda, di notte nelle stanze vuote e buie del Palazzo Reale, si aggirerebbe il fantasma del Principe Carlo III di Borbone.
PALAZZO REALE DI NAPOLI
Il Palazzo Reale di Napoli è situato a Piazza del Plebiscito, fu costruito verso i primi anni del 600, per volere del vicerè spagnolo Fernando Ruiz De Castro, che ritenne opportuno costruire una reggia ampia per poter ospitare la corte e i sovrani nel corso dei loro viaggi fuori città. L’architetto incaricato nella costruzione fu Domenico Fontana, che purtroppo morì senza riuscire a vedere la sua opera compiuta, il progetto fu successivamente affidato al figlio Giulio Cesare Fontana. Nel 1837 il palazzo fu danneggiato da un incendio e si rese necessario un complesso restauro, curato da Gaetano Genovese, lavori che furono terminati nel 1858 e che diedero l’aspetto definitivo del palazzo. Numerosi furono i Re ospitati all’interno del palazzo.
Il protagonista di questa leggenda, è Carlo III di Borbone il principe di Capua, fratello del re di Napoli Ferdinando II di Napoli. Nell’inverno del 1953 il principe Carlo si invaghì di una bellissima turista irlandese Penelope Smyth, la giovane donna si trovava in città con la sorella e una amica. Anche se di rango diverso, Carlo iniziò una corte serrata alla bella Penelope. Dopo pochi mesi, Carlo chiese il permesso al fratello Ferdinando di sposare la sua amata, permesso che gli venne rifiutato, tra i due fratelli scoppiò un violento litigio. Agli inizi di Gennaio, Carlo decise di fuggire con la sua amata. Ferdinando venne a conoscenza dei piani del fratello, e decise di recapitargli una lettera, dove chiedeva al fratello di rimanere a Napoli, ma Carlo innamorato decise di varcare i confini della città. Ferdinando infuriato, firmò un decreto dove proibiva a tutti i membri della casa reale di uscire dal regno senza il suo permesso, come pena la perdita dell’appannaggio, che dopo sei mesi di permanenza all’estero, sarebbe stato devoluto alla Corona, e inoltre nessun matrimonio sarebbe stato valido senza il consenso del re, perchè spettava al sovrano preservare la purezza del trono. Il decreto, non fermò Carlo che sposò Penelope in Scozia. Ferdinando non riuscì mai a perdonare Carlo, si rifiutò di riconoscere il matrimonio e fece porre sotto sequestro tutte le proprietà di Carlo, che si ritrovò in esilio e in breve anche senza denaro. I due innamorati ebbero due figli, che con la morte dei genitori non ebbero mai alcun riconoscimento. Secondo una leggenda di notte nelle stanze vuote e buie del Palazzo Reale si aggirerebbe il fantasma del Principe Carlo III in cerca di giustizia e averi, che in vita per seguire il suo cuore gli vennero negati.
CARLO DI BORBONE E PENELOPE SMITH
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Fonte immagini: Internet
Tag: Carlo di Borbone III il principe di Capua Domenico Fontana Fantasmi fantasmi leggende e misteri di napoli e campania fantasmi napoli fantasmi palazzo reale napoli Ferdinando II di Napoli Fernando Ruiz De Castro Gaetano Genovese Giulio Cesare Fontana napoli Palazzo Reale Napoli Penelope Smyth
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Palazzo Reale di Napoli: curiosità e storie di fantasmi
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Il Palazzo Reale di Napoli è stato costruito nel ‘600 per volere del viceré spagnolo, Fernandez Ruiz de Castro, con lo scopo di accogliere i sovrani europei in viaggio per l’Europa. La costruzione dell’opera fu affidata ad un architetto del tempo molto noto presso la corte papale di Sisto V, Domenico Fontana. L’artista si ispirava a canoni rinascimentali, non visse abbastanza per veder l’opera compiuta e, al suo posto, proseguirono la costruzione architetti molto prestigiosi, tra cui Luigi Vanvitelli.
Tra il ‘700 e l’800 il Palazzo Reale di Napoli fu abbellito e dalla sua costruzione fino alla fine della monarchia fu sede di molte teste coronate, qui vissero i viceré spagnoli, gli austriaci, i Borbone e infine i Savoia, dopo l’Unità d’Italia. Le otto statue realizzate dal lato di Piazza del Plebiscito furono volute dal re Umberto I nel 1888. Dal 1919 il Palazzo diviene di proprietà dello Stato ed aperto al pubblico, è meta di turisti per le bellezze dei giardini, il Museo dell’Appartamento storico di Palazzo Reale, e la Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III, trasferita tra il 1922 e il 1923, che ospita una raccolta di un milione e mezzo di volumi.
Curiosità: storie di fantasmi al Palazzo Reale di Napoli
Il Palazzo Reale è legato anche a storie di fantasmi . Si dice infatti che la regina Maria Carolina di Borbone, sposa di Ferdinando II, amasse dare delle feste sontuose a cui partecipavano tantissime persone e, secondo voci di abitanti della zona, ancora oggi, passando di notte per le strade vicine al palazzo, si possono scorgere dalle finestre le luci delle feste e le ombre dei danzanti. Tutto svanirebbe poi con le prime luci dell’alba. Altre storie invece raccontano del fantasma del principe Carlo di Borbone che, fratello di Ferdinando II, perse tutti i suoi averi perché volle scappar via con una turista irlandese, contro la volontà del fratello-re, e si dice che si sentirebbero di notte proprio le sue grida mentre vaga per le stanze dell’antico palazzo in cerca di giustizia per tutto ciò che perse per amore.
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Storie vere di fantasmi napoletani, settima parte: palazzi fantasma
A cura di alberto ferrero.
- Posizione nel sito
- Storie vere di fantasmi napoletani, settima parte.
- leggi: THRILLER
- leggi: FANTASY
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Storie vere di fantasmi napoletani, settima parte: palazzi fantasma. Caratterizzata da un'aristocrazia che fonda le proprie radici nella tradizione normanna se non addirittura precedente, Napoli si è dotata nei secoli di una serie di palazzi nobiliari che hanno dietro di sé, oltre a una lunga e affascinante storia, anche un numero rilevante di racconti, miti e leggende popolari legati alla loro costruzione, ai loro abitanti o al loro legame con i diversi quartieri. Pare quasi che ogni edificio di una qualche rilevanza nella città partenopea abbia il proprio fantasma in dotazione. E forse è proprio così!
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I Misteri di Palazzo Sansevero
Una tragica notte di sangue.
L a notte del 18 ottobre 1590, Palazzo Sansevero fu oggetto di uno dei più efferati delitti d'onore che la tradizione napoletana ancora ricordi. La morte di Maria d'Avalos e del suo amante, il duca d'Andria Fabrizio Carafa, per mano del marito di lei, il madrigalista Carlo Gesualdo, principe di Venosa e grande amico del Tasso, di cui musicò infatti diversi testi poetici.
L'onta del sangue per lavare il disonore, Carlo Gesualdo non esitò nemmeno a far esporre i due cadaveri, nudi e sanguinanti, all'ingresso del palazzo. A tale efferatezza si aggiunse anche l'oltraggio di un monaco domenicano, un gobbo, una sorta di sagrestano, il quale, infilatosi verso tarda notte nel palazzo, diradatasi ormai la folla di curiosi e ritiratisi i servi, violò il corpo esanime della d'Avalos.
Temendo la vendetta dei Carafa, il principe di Venosa fuggì da Napoli, trovando rifugio nel castello di Gesualdo, di origine longobarda e suo feudo. Qui visse per diciassette anni, privo di serenità e con un profondo senso di colpa che invase permanentemente la sua coscienza. Si suppone che in quel castello abbia fatto addirittura uccidere il figlioletto concepito da Maria, credendo, nella sua paranoia, che somigliasse più al duca d'Andria.
Acquistato dalla famiglia Sangro di Sansevero, fu volontà soprattutto del famoso principe Raimondo de Sangro operare una restaurazione del palazzo che cancellasse il tragico episodio da cui era stato brutalmente segnato. Nel 1889 un'ala dell'infausto edificio crollò e l'incidente fu subito messo in relazione con il delitto in questione, in seguito al quale infatti il palazzo e chi vi abitava erano stati maledetti fino alla settima generazione.
Condannato al dolore eterno, il fantasma della bellissima Maria vaga da allora ogni notte per le buie strade di piazza San Domenico Maggiore e dintorni. In vesti succinte, i capelli mossi dalla brezza, si aggira afflitta alla ricerca del suo amante, emettendo un lungo grido agghiacciante che tuttora lascia i brividi a chi ha la sventura di ascoltarlo. In altri casi emette invece un sibilo somigliante a un soffocato lamento.
Cappella Sansevero
Uno dei più grandi e illustri personaggi della Napoli del '700, il chimico, filosofo e alchimista Raimondo de Sangro, principe di Sansevero e duca di Torremaggiore, le cui scoperte hanno suscitato vasta eco presso i più insigni luminari dell'epoca, scoperte la cui fama echeggia ancora oggi. Scienziato dalle mille risorse e dalle innumerevoli conoscenze, inventore di particolari macchine idrauliche e pirotecniche e di tanti altri marchingegni incredibili per l'epoca e attraverso i quali aveva saputo anticipare i passi avanti compiuti successivamente dal progresso, un uomo di immensa cultura e dall'ingegno impareggiabile persino per gli scienziati di oggi.
Fu lui a voler restaurare Palazzo Sansevero, acquistato dalla sua famiglia nonostante l'indelebile macchia del grave delitto di cui furono oggetti Maria d'Avalos e il suo amante Fabrizio Carafa per mano di Carlo Gesualdo. Un po' più avanti, in via Francesco De Sanctis, è situata Cappella Sansevero, costruita nel 1590 nel giardino del palazzo per ospitarvi le tombe di famiglia e abbellita coi capolavori realizzati dai migliori artisti dell'epoca. Statue, bassorilievi, affreschi, sculture raffiguranti i personaggi della nobile famiglia, ognuna contraddistinta da un elogio, ogni singolo elemento un simbolo riconducibile al linguaggio tipico della loggia massonica, del quale il principe faceva parte.
Di vasto splendore il Cristo velato, opera dello scultore Giuseppe Sammartino, marmorizzato grazie a un procedimento d'invenzione del principe. Sia il palazzo sia la cappella erano tra loro collegati da un ponte, andato distrutto nel 1889, sul quale il principe pose un orologio animato, a forma di drago, che indicava ore, minuti, giorni della settimana, nomi dei mesi e fasi lunari.
Terrificante, inoltre, la presenza dei "mostri" nei vecchi armadi della cappella, due cadaveri, un uomo e una donna, quest'ultima incinta, probabilmente due schiavi di colore, frutto dell'abilità scientifica del principe, che eliminò l'involucro dei corpi e metallizzò fino all'ultimo capillare l'intero sistema delle vene e delle arterie. Si dice che il procedimento sia stato attuato sui corpi ancora vivi, tuttavia fonti più attendibili smentiscono tale macabra ipotesi.
Numerose a quanto pare, secondo i racconti dei vecchi della zona, le apparizioni riguardanti proprio la cappella, oltre che l'interno del palazzo. Si racconta in particolare che, nelle notti di Natale e Pasqua, la cappella si animi per incanto illuminata da una strana luce, nei vicoli circostanti inconfondibile un forte odore di incenso, mentre note di organo provenienti dall'interno della cappella si odono chiaramente.
C'è chi afferma di aver sentito passi di stivali, muniti di speroni, muoversi da una scalinata ripida e stretta dietro la sagrestia della cappella, passi lenti e cadenzati che si avvicinerebbero a poco a poco per poi allontanarsi e disperdersi. Molte anche le persone che affermano di aver sentito il tintinnio della carrozza del principe nelle notti di luna piena. Lo scalpitio dei suoi cavalli si arresterebbe soltanto dinnanzi all'enorme portone del palazzo, sua ultima dimora.
Lo Stanzino dei Misteri
" Non avevo mai visto e sentito nulla di strano in casa mia - racconta la signora T., inquilina del palazzo - almeno fino a quando non sono iniziate a sparire delle cose. Ho poi scoperto che in uno stanzino, un deposito di vecchie cose, il soffitto presenta un buco, ho tentato più volte di dargli un'occhiata ma non è che si riesca a capire bene cosa vi sia lì, se non un ammasso di roba in totale disordine. Potrebbe magari trattarsi di qualche stanza segreta, di cui questo palazzo è ancora pieno. Spesso da quel buco provengono strani rumori, strane voci e spira un forte vento ed anche altri in casa se ne sono accorti... ".
Gli Scheletri di Casa Morano
Nei locali che un tempo furono occupati dalla Casa Editrice Morano, oggi fallita, furono rinvenuti due scheletri nel pavimento durante alcuni lavori di ristrutturazione. Si cercò in tutti i modi di rimuoverli per dar loro un'identità, tuttavia il complesso iter burocratico che irrimediabilmente ne scaturì fu tale da far decadere ogni iniziativa, facendo anche in modo che una nuova colata di cemento ricoprisse per sempre i due cadaveri, senza che ancora oggi ci sia data la possibilità di sapere chi siano, la loro storia, in quale epoca siano vissuti e il motivo di quella così inusuale sepoltura.
Un Incontro Particolare
Numerose le persone convinte di aver visto vecchi inquilini del palazzo comparire solitamente in disparate ore del giorno e della notte. Tuttavia, un anonimo testimone ci fornisce un racconto piuttosto particolare a riguardo: " Mi trovavo nei pressi di piazza San Domenico Maggiore - racconta - rincasavo nella mia abitazione a Palazzo Sansevero. Sentivo dei passi ogni tanto, mi vidi davanti tutto a un tratto il principe di Sansevero, mi fissava con sguardo truce, severo, quasi ammonendomi di non intromettermi nelle sue cose, nella sua vita privata. Probabilmente per il fatto che, appena qualche giorno prima, ero andato a trovare un mio amico già in passato "in contatto" proprio con Sansevero.
In quell'occasione, ero seduto a chiacchierare col mio amico all'interno del suo ufficio, ricordo ancora di aver visto due scarpe di epoca antica che camminavano da sole e una persona con un mantello che si precipitava fuori dalla porta. Lo rividi poco tempo dopo sempre in piazza San Domenico, lo sguardo più sereno, mi sorrise, anche se non potei fare a meno di notare che, da che l'ultima volta lo avevo visto giovane, me lo ritrovai invecchiato, con il volto segnato da quelli che dovevano essere stati, a quanto pare, gli ultimi anni della sua vita ".
Dispetti e Premonizioni
" Quando nel 1925 l'ing. Luigi Maria Pagano - narra un testimone, altro inquilino del palazzo - fece cinque piani, quelli situati esattamente, entrando, sulla sinistra in fondo al cortile, crollò improvvisamente tutto. Si disse perché furono gli spiriti che non volevano, anche se tecnicamente parlando pare che la colpa sia più da addebitare a qualche infiltrazione d'acqua. Tutti quanti in giro, però, insistevano nel dire che fossero stati gli spiriti a non volere tale costruzione.
Un maestro di musica, mio amico, scomparso purtroppo alcuni anni fa, che abitava qui al piano di sopra, mi diceva che a volte sentiva suonare il pianoforte senza che alcuno lo toccasse. Mia madre, inoltre, morta da poco, una notte ebbe come una sorta di sogno premonitore, una voce l'avvertì di non dormire nella stanza da lei occupata perché sarebbe crollato tutto. Per scrupolo diede retta a quella voce e infatti, spostatasi all'altro lato della casa, il muro di quella stanza crollò ".
Il Diavolo di Palazzo de Penna
Un'antica leggenda circonda Palazzo de Penna in via Teodoro Monticelli. Fatto costruire nel 1409 da Antonio de Penna, segretario e consigliere di Ladislao Il Magnanimo, re di Napoli (1377 - 1414), viene ancora oggi ricordato come "il palazzo del diavolo". Una volta giunto a Napoli, il de Penna s'innamorò di una stupenda ragazza, alla quale chiese ovviamente di sposarlo.
Avendo fin troppe offerte di matrimonio e dovendo già dare, il giorno dopo, una risposta ad altri corteggiatori, la fanciulla gli rispose che avrebbe acconsentito soltanto nel caso che il de Penna le avesse costruito, in una sola notte, un palazzo quale pegno d'amore e dono di nozze. Un'impresa del genere, nonostante la buona volontà del de Penna, richiedeva un aiuto particolare, anzi, per meglio dire, sovrannaturale. Il giovane chiese infatti aiuto al diavolo, che in cambio pretese la sua anima facendogli firmare inoltre un contratto col suo stesso sangue.
Il de Penna riuscì comunque a farsi sottoscrivere una clausola che avrebbe rivelato a lavoro ultimato. Completato il palazzo, il giovane, come clausola, chiese al diavolo di contare una grossa quantità di grano chicco per chicco. Alla fine del conteggio, il diavolo constatò che cinque chicchi mancavano all'appello, senz'accorgersi che il de Penna, cospargendoli di pece, aveva fatto in modo che finissero inconsapevolmente tra le sue unghie.
Letteralmente preso in giro, il diavolo si adirò, iniziando una dura discussione con il de Penna che, a un certo punto, si fece il segno della croce, costringendo così il diavolo a sprofondare in un buco apertosi nel pavimento. Quel buco, per molti nient'altro che un pozzo chiuso in malo modo, è ancora lì presente.
Gli Spettri di Palazzo Donn'Anna
Un triangolo di amore e morte.
Situato lungo la strada che conduce a Posillipo, uno degli edifici più curiosi e spettrali del napoletano, parte incompiuta di una meravigliosa residenza progettata da Cosimo Fanzago, palazzo Donn'Anna fu eretto a sua volta su un edificio più antico, denominato "La Sirena", dietro volontà di donna Anna Carafa, nipote di papa Paolo IV, moglie del vicerè duca di Medina de las Torres ed erede di due altisonanti famiglie, i Carafa e i Gonzaga.
Donna arrogante, ambiziosa, fece del suo palazzo una sfarzosa reggia alla quale era possibile accedere sia via terra, le carrozze entravano infatti al secondo piano, sia via mare, grazie a un porticciolo. E difatti tutta la nobiltà spagnola e napoletana partecipava alle magnifiche feste tenute da donna Anna nel suo palazzo. Ricca, nobile, potente, temuta e rispettata quanto bastava.
In fondo al grande salone era stato montato un teatrino in cui la nobildonna faceva svolgere grandiosi spettacoli, tra gli attori, tutti nobili, anche sua nipote, Mercede de las Torres, bella, giovane, dai lunghi capelli e dagli occhi neri. E di questo se n'era accorta in particolare proprio donna Anna, insospettitasi del fatto che la sua bella nipote spagnola se la intendesse con il nobile cavaliere Gaetano di Casapesenna, già in passato suo amante.
Fu un lavoro teatrale a fugare ogni suo dubbio, laddove Casapesenna interpretava la parte di un cavaliere e Mercede quella di una schiava innamorata del suo padrone, a cui nella storia fu fedele a tal punto da sacrificare la sua stessa vita pur di salvare quella del suo amato. Nella scena finale che li vide baciarsi per l'ultima volta, entrambi risultarono talmente veritieri da far scoppiare l'intera sala di applausi. Tutti applaudirono e si commossero, tranne donna Anna, folle di invidia e gelosia. Un velo le si tolse dinnanzi agli occhi.
Successivamente, la Carafa ebbe da ridire più volte nei confronti della nipote, tant'è vero che le liti nel contendersi l'amore del Casapesenna divennero ormai una frequente abitudine. Ma, un giorno, Mercede sparì, si disse che, spinta da improvvisa vocazione religiosa, si fosse chiusa in convento. La realtà, ben più cruda, fu che la bella spagnola, dopo una violenta lite con la zia, venne uccisa in una delle segrete del palazzo per ordine proprio di donna Anna.
Casapesenna, per nulla rassegnato, la cercò invano per tutta Europa, non cessando di pensarla nemmeno quando esalò l'ultimo respiro colpito a morte, qualche anno dopo, in battaglia. La durezza e la sterilità di sentimenti invasero stabilmente il cuore di donna Anna Carafa, vittima di un odio che la spinse sempre più tra le braccia del dolore e della solitudine. Richiamato il marito in Spagna, colpita da malinconia, donna Anna morì infine per un morbo pedicolare. Il palazzo, rimasto incompiuto, andò ben presto in rovina, complici anche le onde del mare.
Triste storia di un triangolo di amore e morte destinato a lasciare tuttora segni indelebili; e se da un lato il fantasma di donna Anna si aggira inquieto per il palazzo, facendo avvertire la sua gelida presenza, dall'altro l'ombra della bella Mercede vaga ancora per i sotterranei di quel luogo che un tempo la vide felice, mentre l'imperterrito Casapesenna gira nell'eterna e forsennata ricerca del suo grande e mai dimenticato amore.
La tradizione ritiene che Giovanna I d'Angiò, regina di Napoli (1326 - 1382) sia stata un'inquilina di Palazzo Donn'Anna, una delle numerose residenze assegnatele dalla leggenda nel corso della sua turbolenta vita. Donna fortemente lussuriosa, si diceva che andasse continuamente in cerca di tutti gli aitanti giovani della zona, dei quali faceva letteralmente scempio.
Una volta infatti condotti nelle sue stanze e consumato l'amplesso, li faceva puntualmente uccidere o tramite qualche suo servitore oppure attraverso qualche altro espediente, tipo trabocchetti in mare, laddove il malcapitato di turno cadeva vittima di qualche famelico animale marino, ma anche profonde fosse munite di punte di spada, denti di forcone e lame di rasoio.
Chiunque si trovi a passare nei dintorni, non può fare a meno di ascoltare i pianti e i lamenti degli sventurati amanti della perfida regina Giovanna, ancora oggi pronti a reclamare giustizia e la pace della loro anima.
E tra le tante vittime della lussuria della regina, vi è una storia che i racconti popolari annoverano particolarmente. La storia di due giovani innamorati felici e spensierati, Maria Stella e il marinaio Salvatore, promessi sposi. Del bel marinaio s'invaghì la regina Giovanna, scesa un giorno alla marina di Posillipo con la propria corte al seguito, volendolo quindi al suo servizio come barcaiolo, almeno così disse. Di lì in poi Salvatore non fu più visto, anch'egli vittima probabilmente di qualcuno degli innumerevoli tranelli orditi dalla malvagia Giovanna.
Seduta su una colonna alla quale i pescatori legavano le loro barche, la povera Maria Stella attese pazientemente e quotidianamente, alla marina di Posillipo, il ritorno dell'amato e fu questo per diverso tempo, fino a smarrire la ragione e a morire, cogli occhi fissi sul mare nella vana attesa del suo marinaio. C'è chi sostiene di vederla ancora oggi, seduta su una colonna e lo sguardo fisso all'orizzonte, rivolta verso quel mare come in perenne attesa di qualcuno...
Giovanna II
Anche Giovanna II d'Angiò - Durazzo (1371 - 1435), regina di Napoli per circa ventuno anni, fu tra gli abitanti celebri di Palazzo Donn'Anna. Donna sensuale, affascinante, ma anche di sinistra fama e di costumi a dir poco facili, ebbe due mariti e diverse avventure occasionali con prestanti giovanotti ai quali, una volta regalata un'infuocata notte d'amore, riservava atroce destino, lasciandoli cadere infatti in mortali trabocchetti da lei stessa predisposti.
Tra i suoi amanti, spiccò in particolare il notaio Giovanni Caracciolo, detto "Sergianni", che nominò Gran Siniscalco del Regno e al quale manifestava il suo amore in modo alquanto curioso. Sapendo infatti del folle timore nutrito dal Caracciolo verso i topi, la regina gliene lanciava uno ai piedi mentre era intento a giocare a scacchi; il poveretto, dandosela a gambe levate, accorreva così dalla sovrana che lo attendeva sulla soglia dei propri appartamenti.
L'idillio non durò a lungo e infatti anche il Caracciolo cadde vittima delle losche trame della regina. Fu un tale Pandolfello Piscopo, detto "Alopo", a prendere poi il posto del Caracciolo, ma non per molto, dato che l'infida Giovanna lo fece uccidere da uno dei suoi mariti.
Amante appassionata ma anche mantide crudele, la sua bellezza rimasta intatta nel tempo, Giovanna II offrirebbe ancora oggi intensi incontri d'amore ai fortunati di turno, in quei luoghi, tra i quali anche Palazzo Donn'Anna, dove visse le sue passioni e la sua bizzarra esistenza.
Il Palazzo dell'Impiccato
Un palazzo in corso Garibaldi, nei pressi di Porta Nolana, in base a diverse testimonianze, sarebbe oggetto delle apparizioni del fantasma di un impiccato. La sua testa senza corpo comparirebbe lungo le scale condominiali, andando su e giù per i gradini e spaventando a morte chi per caso si trovi di lì a passare.
L'apparizione è da attribuire a qualche soldato spagnolo, considerando che l'edificio era infatti una caserma, impiccato probabilmente dal popolo napoletano in una delle tante rivolte succedutesi nel corso della lunga dominazione spagnola (1503 - 1707). Nello stesso condominio, altri ancora affermano di aver sentito distintamente passi di soldato rimbombare nel palazzo.
I Ricevimenti di Maria Carolina
Maria Carolina di Borbone (1752 - 1814), moglie di Ferdinando IV re di Napoli e sorella della regina di Francia Maria Antonietta, terrebbe ancora oggi sfarzosi ricevimenti notturni nelle sale del museo di Capodimonte, dando così conferma, anche nella morte, della sua forte personalità ambiziosa e lussuriosa. Nei saloni apparirebbero luci e misteriose figure, al ritmo di danze accompagnate dal suono di antichi strumenti musicali. L'intera scena, come in un sogno, svanirebbe poi al comparire delle prime luci dell'alba.
Il Fantasma di Palazzo Reale
Anche Palazzo Reale in Piazza Plebiscito non si esime dal possedere il suo fantasma. Protagonista della vicenda il principe Carlo di Borbone, fratello di Ferdinando II re di Napoli (1867 - 1896). Spogliato in vita dal fratello re di ogni titolo e possedimento per aver contravvenuto a un suo divieto, ovvero il no al matrimonio con la turista irlandese Penelope Smith, Carlo visse da esiliato, fuggendo in Scozia con Penelope, che riuscì poi a sposare e da cui ebbe due figli, senza però che l'intransigenza e l'ostile atteggiamento del fratello mutassero mai di una virgola.
Tant'è vero che, alla sua morte, né Penelope né i figli godettero di alcun riconoscimento. Molti coloro che lo sentirebbero gridare di notte per le buie stanze di Palazzo Reale, in cerca di giustizia, titoli e averi.
Le Anime di Palazzo Fuga
Denominato anche Palazzo Fuga, per essere stato progettato dall'architetto Ferdinando Fuga su commissione di re Carlo III di Borbone (1716 - 1788), allo scopo di ospitare i poveri di Napoli, l'Albergo dei Poveri, seppur nella sua immensità, non è invece che una parte del gigantesco edificio previsto nell'originario progetto, che lo vedeva lungo circa 600 metri e largo 150, anziché i 354 metri lungo i quali attualmente si snoda.
Ipotizzato in realtà da Padre Rocco, monaco domenicano napoletano (1700 - 1782), il quale, dedito ai poveri, suggerì appunto a re Carlo III la sua personale idea di realizzare qualcosa di concreto in favore dei più indigenti, le sue modeste dimensioni non lo resero purtroppo sufficiente a contenere tutti i poveri della città, limitandosi a ospitarne massimo fino a ottomila, tra i quali vecchi inabili al lavoro, sordomuti e giovani tolti dalla strada. Funzionante fino agli anni '40, è stato poi sgomberato definitivamente. Un antico palazzo che, secondo alcune indiscrezioni, sarebbe ancora popolato da misteriose presenze.
Bagliori alle finestre, lamenti, rumori, grida rauche provenienti dall'interno e strane figure popolerebbero infatti questo luogo. Secondi molti, si tratterebbe delle inquiete anime di coloro che vi morirono tragicamente o per malattia o per le scarse condizioni igieniche delle camere. Stando anche a quanto racconta qualche altro testimone, il più delle volte, quasi come se si aprisse una finestra del tempo, l'edificio si animerebbe d'incanto, riempiendosi nuovamente di quei poveri ospitati da re Carlo nel lontano '700.
Palazzo Della Porta
Umanista, scienziato, filosofo, alchimista, letterato, erudito, Giambattista Della Porta (1535 - 1615), fondatore dell'Accademia Secretorum Naturae (1560), meglio conosciuta come Accademia dei Segreti, fu uomo dalle mille risorse e dai notevoli interessi.
Interessi che toccavano la crittografia, la meccanica idraulica, l'ottica, lui che rivelò di aver costruito il telescopio prima di Galilei, la camera oscura, da lui stesso perfezionata, la matematica, in particolare gli studi sulla quadratura del cerchio, la filosofia occulta, la demonologia, l'astrologia, la botanica, l'agraria, l'alchimia, la distillazione, il magnetismo, la meteorologia, la fisiognomonia, ovvero l'arte di dedurre i caratteri morali delle persone dai tratti somatici, l'arte della commedia ma anche della tragedia.
Autore del De Magia Naturali Libri IV (1589), fu anche artefice di numerose commedie e tragedie, laddove nel 1592 l'Inquisizione gli vietò la pubblicazione di qualsiasi lavoro filosofico scientifico, a eccezione appunto delle commedie e delle opere letterarie, se non avesse dapprima ricevuto il consenso del Sant'Uffizio, ordine al quale fu costretto a sottostare per ben sei anni.
Uomo di profondo acume e di grande saggezza, nacque e visse a Napoli, in un palazzo in via Toledo ereditato da suo padre, che lo edificò su un terreno, censito dai monaci di Monteoliveto nel 1527, da lui acquistato per circa 24 ducati.
Per chi è fortunato, lo si può ancora trovare in giro per il palazzo, in abito scuro di foggia antica, di tipo spagnoleggiante, e lo sguardo scrutatore che lo ha sempre contraddistinto: " Lo vidi in un'occasione - racconta un anonimo testimone - e d'improvviso mi ritrovai proiettato con la mente al giorno dei suoi funerali, vissi quel giorno e me lo ricordo come se fosse ieri. Lo portarono a spalle dalla sua dimora in via Toledo fino a via San Gregorio Armeno, nella chiesa di San Lorenzo Maggiore dove tuttora è sepolto. Era sera, il corteo, formato da nobili e frati incappucciati muniti di fiaccole, intonava litanie funebri ".
Il Volto del Diavolo
In un palazzo al civico 56 di via Donnalbina, risalente al '600 e a suo tempo già affatturato, sulla parete di una stanza, un affresco raffigura l'immagine del diavolo. Inutili a tale riguardo passate di calce e tinteggiature varie. L'immagine riaffiora infatti ogni volta più chiara.
La Damigella di Palazzo Spinelli
Palazzo Spinelli di Laurino, in via Tribunali, già appartenuto in passato al poeta Giovanni Pontano (1429 - 1503), fu acquistato e ristrutturato nel '700 circa dalla famiglia Spinelli, duchi di Laurino dal 1567. Lungo lo scalone dell'edificio, qualcuno afferma di aver visto passare il fantasma di una fanciulla che la tradizione napoletana conosce come Bianca, damigella della nobildonna Lorenza Spinelli.
Crudele, cinica, tirannica ed egoista, Lorenza non degnava il principe consorte della benché minima considerazione, tant'è vero che, nel momento in cui quest'ultimo decise di partire per la guerra, entrato nelle stanze della moglie per porgerle il suo affettuoso saluto, si sentì persino rispondere bruscamente. Il principe, andato via piuttosto seccato, incrociò in quell'attimo i dolci occhi della bella Bianca, intenta a pettinare la sua signora, riflessi in tutta la loro comprensione nello specchio della stanza. Uno sguardo innocente ma sufficiente di per sé a destare sospetti nella mente di Lorenza. Un gesto compassionevole punito col più atroce dei supplizi. Bianca fu infatti murata ancora viva in una delle numerose stanze del palazzo.
Seppur innocente, non ebbe affatto modo di difendersi, lasciandosi comunque sfuggire la sarcastica minaccia che prima o poi sarebbe tornata, nella buona e nella cattiva sorte. Difatti, da allora in poi, si dice che il suo spirito sia apparso in seguito agli Spinelli tre giorni prima di un lieto evento, di un lutto o di una disgrazia. E per quel che se ne sa, la sventurata damigella non avrebbe tuttora mai abbandonato il palazzo.
I Congiurati di Palazzo Petrucci
Costruito agli inizi del 1300 da Bertrando III del Balzo, conte d'Andria, che nel 1308 sposò Beatrice d'Angiò, figlia di Carlo II (1248 - 1309), Palazzo Petrucci, sito in piazza San Domenico Maggiore, deve il suo attuale nome ad Antonello Petrucci, conte di Policastro, al quale l'intero stabile passò alla morte di Bertrando. Segretario e fedele alleato di Ferrante d'Aragona (1431 - 1494), il Petrucci divenne poi inspiegabilmente uno degli artefici della famigerata congiura del 1485, non esitando a incontrarsi con gli altri congiurati persino nella sua stessa dimora.
Svelato l'inganno e fallita la congiura, il Petrucci fu arrestato e condannato a morte, insieme ai suoi complici, per alto tradimento alla corona; fu decapitato a Castel Nuovo (Maschio Angioino) il 15 maggio 1487. Strane presenze si avvertirebbero da allora all'interno dell'antico edificio. Pare infatti che il Petrucci sia rimasto ospite del palazzo e che sia solito, ancora oggi, riunirsi in più di un'occasione coi suoi compagni di congiura.
Quel Misterioso Palazzo in Piazza Vico...
In un antico palazzo a quattro piani in piazza Giambattista Vico, esattamente di fronte alle giostre, stabile risalente al 1880 e devoluto alla Madonna di Pompei, si racconta che accadano fatti abbastanza strani. Vari infatti i condomini che si sarebbero lamentati di determinati e inspiegabili fenomeni: oggetti che volano per aria, mobili in movimento senza che alcuno li manovri, letti sfatti laddove poco prima erano stati appena messi in ordine, porte e finestre sbattute violentemente, una profonda sensazione di disagio e un'aria di terrore che traspaiono ad ogni angolo.
Oltretutto, inquietanti figure a mezzo busto circolerebbero liberamente per il palazzo sotto gli occhi atterriti dei condomini. Resta soprattutto da svelare il mistero relativo al reale motivo per cui l'edificio sia stato devoluto alla Vergine di Pompei: per una protezione? E da cosa? Pare inoltre che, diversi anni fa, in questo stesso palazzo, una ragazza abbia strappato entrambi gli occhi alla madre. Un raptus di follia? O altro?
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Scattano una foto nel palazzo reale: ecco cosa appare nello scatto| Guarda

IL CASO Scappa di casa terrorizzato e posta una foto: «C'è un fantasma». Lo scatto divide il web
Fantasmi a Palazzo nel centro di Napoli per scoprire lo splendido Palazzo Caracciolo di Avellino

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Una bella visita guidata straordinaria e gratuita per scoprire il Palazzo dei Principi Caracciolo di Avellino con un percorso di gioco pensando ad Halloween
Domenica 31 ottobre 2021, dalle 17 alle 19 si terrà Fantasmi a Palazzo, un bell’evento gratuito che vuole coinvolgere famiglie, bambini e bambine, in un misterioso percorso alla scoperta del Palazzo Caracciolo di Avellino e dei personaggi illustri che lo hanno abitato nel corso dei secoli. Approfittando della festa di Hallowen la Fondazione Morra Greco, che ha la sua sede nello storico palazzo, ha organizzato quest’evento dove i piccoli visitatori e le piccole visitatrici, accompagnati dai loro genitori, saranno attivamente coinvolti in un percorso di gioco e scoperta ideato per l’occasione.

l’Arte nel Tempo
Dalle ore 17 tante attività in programma avranno temi e ambientazioni legate alla notte più paurosa dell’anno e saranno combinate insieme all’interno di un racconto che intreccerà la laica ricorrenza di Halloween con le tradizioni popolari legate al culto dei morti.
Il palazzo dei Principi Caracciolo di Avellino sede della Fondazione Morra Greco
Il palazzo dei Principi Caracciolo di Avellino è una delle dimore storiche più affascinanti di Napoli e si trova nella zona dell’Anticaglia, nel cuore antico di Napoli, tra i decumani e a due passi da via Duomo. Il Palazzo oggi è la sede della Fondazione Morra Greco e ospita al suo interno una collezione di opere d’arte contemporanea che dialogano magistralmente con gli antichi affreschi settecenteschi che ricoprono le pareti ed i soffitti di tutte le stanze.

Si consiglia la partecipazione in maschera all’evento Fantasmi a Palazzo. Al termine dell’attività chi vorrà potrà visitare la mostra “Sonance Saturated Stone” di Maria Thereza Alves.
Maggiori informazioni – Fantasmi a Palazzo
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Tour Esoterici di Napoli: maghi, vampiri e fantasmi
- Luoghi delle storie
- 19 Ottobre 2022
Conosci Napoli seguendo gli spiriti che animano la città!
Luogo magico in cui le trame delle storie si intrecciano con le incantevoli stradine e i caratteristici vicoli che nascondono molti miti e leggende.
Quando l’ombra della sera scende sul centro storico, chi non resta abbagliato dalla luce speciale che avvolge la notte in un alone di mistero?
Abbiamo disegnato sette percorsi adatti a chi vuole provare ad immergersi in questa atmosfera alla scoperta di una Napoli esoterica.
Maghi e fantasmi tra panorami mozzafiato
Chi è affascinato dalla magia, in questo percorso può incontrare il mago Virgilio e la Sirena Partenope .
Partendo dalla Stazione di Mergellina, sulla destra, poco dopo la Stazione di Piedigrotta, troviamo il Parco Vergiliano , un luogo da cui poter ammirare uno degli scenari da cartolina più belli di Napoli ma che ha anche un risvolto magico. Infatti, dopo la tomba di Leopardi troviamo, inerpicandoci per la salita, la tomba del sommo poeta Virgilio.
Gli innamorati lasciano ancora le loro poesie e promesse d’amore sull’altare di Virgilio, nei pressi del cenotafio.
Scendendo la salita di Piedigrotta, arriviamo a Piazza Sannazzaro dove è possibile ammirare la Fontana della Sirena Partenope. Secondo la leggenda, la sirena è la protettrice di Napoli, in questo luogo man mano che ci avviciniamo al mare, ci sembrerà quasi di udire in lontananza il suo canto ammaliatore.
Poco più avanti ci affacciamo su Palazzo Donn’Anna, chiamato così per Anna Carafa, proprietaria esclusiva del Palazzo. Si narra che questo palazzo ospitò spesso la Regina Giovanna II d’Angiò per le sue notti di passione.
Racconti di fantasmi alimentano l’atmosfera che avvolge l’edificio, sospeso tra acqua e collina, dove il rumore delle onde sembra risvegliare gli spiriti in pena degli amanti.
Napoli e i suoi vicoli spettrali
In un secondo possibile percorso, con un pò di fortuna, possiamo trovare la Bella Mbriana, il fantasma di Giambattista della Porta, l’inquietante fantasma del muratore a Via Tarsia e persino i Templari!
Tra i vicoli di Napoli non è difficile incontrare la Bella Mbriana, fanciulla abbandonata all’altare, che disperata per l’accaduto cominciò a vagare per le vie della città e ad entrare nelle case per poter osservare attimi di vita quotidiana. Il padre offrì del denaro a chi avesse ospitato la ragazza, per questo la Bella Mbriana è considerata la protettrice della casa.
Il fantasma di Giambattista della Porta e il muratore di Via Tarsia
Giambattista Della Porta, uomo di grande saggezza, è nato e vissuto a Napoli, a Palazzo della Porta in via Toledo. Lo troviamo ancora in giro per il palazzo, in abito scuro a scrutare i passanti.
La storia del muratore di Via Tarsia inizia nel 1955: una bambina appena trasferitasi con la sua famiglia al numero 11 di Via Tarsia, ogni notte ingenuamente salutava uno sconosciuto che passeggiava sul balcone.
Anche gli altri membri della famiglia avvertivano sensazioni e rumori strani, a volte si sentivano alcune mandate alla porta d’ingresso, ma non c’era mai nessuno a infilare la chiave.
La casa fu abbandonata a causa di queste apparizioni. In seguito, anche altri che abitarono nel palazzo notarono una strana presenza: porte aperte da una mano scura, bussate e mandate alle porte.
Alcune persone avrebbero riferito che durante la costruzione dell’edificio un muratore morì in maniera molto violenta e il corpo venne sepolto all’interno della struttura condannando la sua anima a vagare lì in eterno.
Continuando su Via Toledo è impossibile non fermarsi ad ammirare Palazzo Doria d’Angri , a Piazza Sette Settembre, costruito interamente in tufo. Nel Palazzo venne ospitato Garibaldi.
Il percorso si conclude visitando Piazza del Gesù, con la Chiesa del Gesù Nuovo sulla cui mura si dice sia codificato il percorso dei Templari nella Napoli Sotterranea, che porta alla Fontana egizia di Morfisia, la fontana dell’immortalità, alimentata dalle acque del Sebeto. Si dice che le pietre della chiesa del Gesù Nuovo nascondano il pentagramma di un madrigale.
Un tour tra le passioni di Giovanna d’Angiò e i tormenti di Maria d’Avalos
Nel terzo percorso a piedi potremmo incontrare Giovanna d’Angiò e Maria d’Avalos.
Giovanna D’Angiò , regina di Napoli, venne assassinata per il trono nel 1382 da quattro sicari, per ordine di Carlo III di Durazzo.
Poiché Giovanna, prima sepolta in Santa Chiara, venne poi in seguito gettata in una fossa comune, la sua anima non trova pace e continua ad aggirarsi tra i vicoli prossimi al Monastero di Santa Chiara. Guai ad incrociare il fantasma di Giovanna, chi la guarda negli occhi mentre piange e prega è destinato a morte certa.

Le macchine anatomiche del Principe di San Severo
La figura di Raimondo di Sangro, principe di San Severo desta ancora oggi sgomento: il principe, dedito all’alchimia, frequentava gli ambiti dell’occulto ed era un massone.
Sotto il famosissimo Cristo Velato, nei sotterranei della cappella si trovano le macchine anatomiche: lo scheletro di due corpi scarnificati, un uomo e una donna, dei quali è visibile l’intero sistema arterioso e venoso, un feto e una placenta aperta legati dal cordone ombelicale.
Delle riproduzioni così perfette che a lungo si è pensato siano state create praticando un’iniezione di mercurio a cuore ancora vivo sul corpo morente.
Il fantasma di Maria D’Avalos
Passeggiando a San Domenico Maggiore, quando c’è la luna nuova, potreste sentire il lamento di una donna, e vedere negli occhi del suo fantasma ancora il terrore per il folle gesto. La donna è coperta con le vesti da camera e si tratta del fantasma di Maria D’Avalos, giovane sposa di Carlo Gesualdo, massacrata a colpi di pugnale dai sicari inviati dal marito Il 17 ottobre del 1590.
Le Sacerdotesse del Diavolo
La Chiesa di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta sorge sui resti del tempio di Diana. Qui operavano le ianare, ritenute capaci di invocare il diavolo che terrorizzava i passanti presentandosi in forma di enorme maiale.
A Diana le donne si rivolgevano per ottenere parti non dolorosi fino a quando fu fatta edificare la chiesa sulla Pietra Santa, proveniente dalla chiesa di Santa Maria Maggiore di Sion portata a Napoli da Gerusalemme per opera dei pellegrini da cui prende il nome.
Chiesa delle Anime del Purgatorio ad Arco
Una chiesa del XIII secolo che ha all’esterno dei teschi di bronzo ed è dedicata alle anime del purgatorio. Tra i teschi dell’ossario spicca il Teschio di Lucia D’amore figlia del principe di Ruffano, o teschio con il velo da sposa. Vicino questo teschio, infatti, ci sono i biglietti lasciati da donne che vogliono trovare marito o hanno bisogno di riconciliarsi con lui. Lucia, infatti, era sposa promessa al marchese Giacomo Santomago ma non riuscì mai a sposarsi perché deceduta prematuramente: da allora si pensa protegga le spose.
Attenzione al Palazzo Reale… e a Virgilio
In questo percorso ci imbattiamo nel fantasma di Carlo III di Borbone che infesta il Palazzo Reale a Piazza Plebiscito , e scopriamo la magia di Virgilio.
Durante la notte nel Palazzo Reale di Napoli è possibile incontrare il fantasma del Principe Carlo III di Borbone . Si racconta che Carlo si invaghì di Penelope, una bellissima turista irlandese, ma il fratello Ferdinando non gli permise di sposarla. Carlo allora fuggì con la sua amata. Ferdinando prima inviò una lettera al fratello dove gli chiese di rimanere, poi emanò un decreto con cui proibiva ai membri della casa reale di uscire dal regno senza il suo permesso, pena la perdita dei propri averi.
Carlo però sposò ugualmente Penelope in Scozia, matrimonio mai riconosciuto da Ferdinando, il quale fece sequestrare tutte le sue proprietà. Carlo si ritrovò in esilio e povero. Da questo matrimonio nacquero due figli, anch’essi mai riconosciuti. Per questo Carlo vaga ancora oggi nelle stanze vuote del palazzo, in cerca di giustizia e degli averi che gli furono negati in vita.
Gli incantesimi di Virgilio poeta e mago
Non molti sanno che il poeta Virgilio, ritenuto anche mago e protettore della città fino a quando non fu sostituito dal culto di San Gennaro , ha scagliato diverse maledizioni in territorio Campano.
La prima lega le sorti della città di Napoli al castello che sorge sull’isolotto di tufo di Megaride al centro del borgo Marinari: il Castel dell’Ovo fatto costruire da Guglielmo. Virgilio fece inserire nelle fondamenta un uovo in una caraffa di vetro a cui legò le sorti della città di Napoli. Fino a quando l’uovo resterà integro la città sarà salva.
Tenetevi stretta la vostra anima… e copritevi bene il collo!
In questo percorso troviamo una chiesa e un palazzo misterioso. Pare che nella cappella dei Ferriglio, il Chiostro di Santa Maria La Nova , sia sepolto il conte Dracula. La Principessa Maria Blasa, figlia di Dracula, il conte Vlad III Tepez, fuggendo dalle persecuzioni turche giunse a Napoli sotto la protezione di Ferdinando D’Aragona nel 1479 e sposò il conte Giacomo Alfonso Ferriglio. Nel frattempo Dracula venne catturato in battaglia dagli ottomani, i quali chiesero un riscatto alla principessa che quest’ultima pagò per portare Dracula a Napoli. Sulla tomba c’è una croce satanica e le incisioni interne con diverse figuri esoteriche come un teschio trafitto da una croce, sequenze numeriche e cerchi concentrici.
Palazzo Penne
Una delle apparizioni a Napoli del Diavolo, si dice sia stata a Palazzo Penne , identificato, appunto, come il Palazzo del diavolo.
Antonio, un costruttore, chiese aiuto al diavolo per costruire questo palazzo in una notte sola, per sposare la donna di cui era innamorato. Il costruttore promise di consegnare la sua anima al diavolo solo se satana avesse contato tutti i chicchi di grano sparsi nel cortile. Riuscì a sottrarsi al malefico spargendo, insieme ai chicchi di grano, della pece e rendendo così impossibile contarli.
Forza e coraggio, addentriamoci nella Napoli Sotterranea!
Scendiamo alla fermata Piazza Amedeo, raggiungiamo Palazzo d’Avalos e Napoli Sotterranea con il Munaciello . Lungo questo percorso è assolutamente doveroso fermarsi a visitare Palazzo d’Avalos, edificio storico-artistico di Napoli.
Dopo Palazzo d’Avalos, ci dirigiamo nei sotterranei di Napoli, dove troviamo le tracce del passaggio dei Cavalieri Templari. Qui sono state ritrovate sia 12 croci templari incise tra le pareti che delimitano un passaggio sotterraneo , sia una croce latina a triangolo rovesciato.
Il Munaciello
Il fantasma più famoso di Napoli è sicuramente il Munaciello : attraversa la città percorrendo i cunicoli di Napoli Sotterranea ed entrando nelle case infastidisce soprattutto le belle donne.
Lo troviamo anche tra i protagonisti della “Gatta Cenerentola”.
Secondo la leggenda si tratta del figlio di Caterina Frezza, nobildonna Napoletana che fu costretta dalla madre a prendere i voti. Il figlio di Caterina fuggiva quindi di nascosto dal convento vestito, appunto, da monaco.
L’origine della leggenda del munaciello potrebbe essere attribuita ad eventi legati all’addetto all’approvvigionamento dei pozzi d’acqua che, non pagato per i suoi servigi, si vendicava con i suoi committenti, facendo scherzi agli abitanti e vestiva con una specie di saio per difendersi dall’umidità.
Il Munaciello si diverte a fare dispetti ma porta anche denaro e numeri vincenti per il lotto.
Qualche coraggioso vuole incrociare gli spiriti in auto?
Il percorso esoterico per chi ama guidare ci porta al Parco Sommerso di Gaiola e alla Baia dei due Frati a Posillipo , luoghi teatro di antiche leggende su spiriti tormentati.
Villa abbandonata sull’isolotto della Gaiola
Il luogo è già dall’epoca romana teatro di scenari truci. Si narra che Publio Ovedio Pollione allevava in vasche scavate nel tufo delle murene a cui dava in pasto gli schiavi. Si dice che Virgilio sia responsabile anche della maledizione della Gaiola. Il luogo dove si narra sorgesse la scuola di magia di Virgilio è infatti ancora lì, sommerso, a pochi metri della Gaiola e le acque circostanti sarebbero quindi state avvelenate proprio dalle pozioni disperse dal mago.
Chi resta troppo a lungo alla Gaiola riceve, come prezzo della lunga permanenza, presagi di morte improvvisa ed eventi nefasti.
Tra storia e leggenda sette sono le morti avvenute o altre sciagure per chi è stato troppo nei paraggi: Luigi De Negri pescicoltura in rovina , Gaspare Albenga incagliò il vascello sulla secca della cavallara che si trova lì vicino, Hans Praun e Otto Grumbach dopo la morte di Elena Von Parish si suicidarono, Morris Andoss finì in una clinica psichiatrici e si suicidò, Agnelli, Paul Getty nel 1973 la ndranghetà rapì suo figlio. Gian Pasquale Grappone LLoyd Centauro finì in galera per bancarotta, il giorno in cui la villa venne messe all’asta la moglie morì in un incidente stradale.
Posillipo, la leggenda della Baia dei due frati
Un’altra leggenda di Napoli è quella della Cala di San Pietro ai due Frati, detta anche Baia dei due Frati, a Posillipo. Qui, due fratelli di nome Carmine e Luigi, una notte si tuffarono in mare per salvare una barca di pescatori durante una tempesta, ma riuscirono a salvare solo una ragazza, Concetta, mentre il padre e il fratello morirono. Concetta venne ospitata e accudita come una figlia.
I due fratelli però si innamorarono di lei e iniziarono una corte serrata, Concetta inizialmente si avvicinò a Carmine ma poi spostò la sua attenzione su Luigi, e i due diventarono nemici.
Allora Luigi elaborò un piano: si travestì la sera di carnevale e rapì Concetta per partire con lei. La donna una volta smascherato il suo rapitore si ribellò, ma Luigi la trascinò ugualmente in barca.
Carmine nel frattempo cercava la sua amata e vide in lontananza quello che stava accadendo, accorse per salvare Concetta brandendo un coltello per colpire l’uomo che la stava rapendo e lo pugnalò al cuore.
Quando Carmine capì che aveva appena ucciso suo fratello, sconvolto prese la lama e si trafisse il cuore. Da quella notte di Concetta non si seppe più nulla, alcuni dicono che distrutta dal dolore si suicidò poco dopo.
La leggenda racconta che di notte i fantasmi di Carmine e Luigi vagano ancora in cerca dell’amata sullo scoglio dove è avvenuta la tragedia. Una notte un fulmine divise lo scoglio in due parti, che da allora porta il nome dei due sfortunati fratelli. Si dice che ogni anno, nel giorno di San Pietro e Paolo, gli scogli invertono misteriosamente i posti.
Alla fine di questo percorso possiamo scorgere Palazzo Donn’Anna di cui abbiamo già parlato.
Storie di teschi e di grazie
Non ne avete ancora abbastanza di fantasmi? Potete prendere la metro e scendere alla fermata Materdei. Da qui si può visitare il Cimitero delle Fontanelle , un ossario ricavato in una cava di tufo dove si usa chiedere grazie offrendo fiori e accendendo candele. I teschi che hanno concesso le grazie sono quelli messi più in sicurezza rispetto agli altri.
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Giovanna De Rosa
Servizio di assistenza impeccabile ed esperienza sublime
Ho prenotato tramite Movery il tour mare fuori nella modalità privata. Ho scelto appositamente questa modalità perché eravamo già un bel gruppetto e abbiamo preferito vivere l'esperienza da soli. Ci siamo trovati molto bene con la guida che è stata estremamente esaustiva e simpaticissima ma un grazie particolare va soprattutto ai ragazzi del servizio assistenza, presenti praticamente h24 e sempre pronti a rispondere ad ogni mia domanda ed accontentare tutte le nostre richieste. Che dire? Grazie mille per tutto!
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Grazie per le emozioni indimenticabili. Questo compleanno sarà ricordato a lungo. Vorrei ringraziare in particolare Elvira per la splendida lezione sulla modellazione degli asini in argilla a viteri sul mare.
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Tour privato Mare Fuori
Ho prenotato per le mie nipoti tramite Movery il tour mare fuori nella modalità privata. L'esperienza è stata estremamente positiva. La guida simpatica e coinvolgente. Un ringraziamento particolare a Fabiana, ragazza che si occupa in background di gestire le esperienze. Si è dimostrata sempre disponibile e attenta (e anche solerte a sollecitare nel caso mi dimenticassi di risponderle ;-)). Consigliato!
Happy Birthday con Mare Fuori
Abbiamo regalato a nostra figlia Nicole, il tour Mare Fuori per il suo compleanno ed è stata una grande sorpresa! Splendida guida, Maria, che è riuscita a farci scoprire una Napoli inedita e contemporaneamente a raccontarci storia e storie che hanno arricchito il nostro soggiorno! Grazie anche da Nicole che ha il sorriso stampato in faccia! Tania
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Napoli: un fantasma in ogni vicolo
Dettagli evento.

Leggende da una Napoli inedita , lontana dalla sua solare bellezza e vicina al suo lato più oscuro e misterioso. Storie di uomini e di donne , in cui l’immaginifico si mescola sapientemente ai documenti storici, storie che raccontano di sentimenti non corrisposti, di amori clandestini, di amanti consumati dal desiderio ed uccisi per onore o per cieca gelosia, di uomini morti ammazzati per vendetta. Storie dal retrogusto noir che raccontano il cuore caldo e denso di Napoli, che nasconde i suoi spiriti inquieti in ogni angolo di strada, anime vaganti che all’imbrunire aleggiano per le vie, incrociando lo sguardo del visitatore attento e fantasioso.
Un tour suggestivo : quando il sole scende verso il tramonto e le ombre di allungano, i luoghi cambiano la loro fisionomia, si trasformano. Luoghi come cappella Pontano , divenuta nel tempo patrimonio di una nota famiglia di necrofori, la chiesa delle anime al Purgatorio dove – si narra – che le fanciulle in età da marito pregassero la principessa Lucia affinché potessero ricevere la grazia di convolare presto a nozze. Si prosegue verso via Nilo dove ad aspettare l’ospite c’è il palazzo conosciuto come residenza del fantasma dalla Testa d’Elefante , divenuto famoso grazie ad una commedia di Eduardo De Filippo, e la vicina Piazzetta Nilo, dove i più sensibili riescono a percepire la presenza impalpabile delle monache offese perché brutalmente sfrattate dal loro amato convento. A Piazza San Domenico Maggiore è facile sentire il cigolio della carrozza del principe di San Severo ed intravedere – perché no – le sagome incappucciate di Maria d’Avalos e del suo amante Fabrizio Carafa, che si recano al loro ennesimo appuntamento amoroso e segreto.
Possibilità di organizzare un appuntamento privato per minigruppi , gruppi, CRAL, associazione e altre organizzazioni
Dato il frequente aggiornamento delle normative in tema di restrizione Anti-Covid 19 l'attività è condizionata al rispetto di tale normativa alla data dell'evento sociale.
Nel caso di passeggiate narrate il percorso potrà subire variazioni per il rispetto della normativa vigente e/o per le restrizioni imposte a determinati luoghi al chiuso ( come ad esempio chiese).
Verranno comunque adottate misure preventive:
Prenotazione obbligatoria
Pagamento anticipato, rispetto distanza di sicurezza, gruppi ristretti di partecipanti, indossa la mascherina ove obbligatoria, scelta luoghi aperti, ecco i prossimi eventi.

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Palazzo Reale: informazioni e curiosità sull’antica dimora del Re di Napoli
Il Palazzo Reale, storica sede del Re di Napoli è una delle bellezze da vedere a Napoli. Affascinante palazzo all’esterno, conserva all’interno affreschi e oggetti preziosi. Ad oggi è possibile visitare le sale più antiche che fanno parte del Museo dell’appartamento storico: il teatro di corte, la sala del trono, la sala degli ambasciatori e la sala d’Ercole, accedendo dall’ingresso in Piazza Plebiscito.
La Reggia di Napoli, il Palazzo Reale a Piazza Plebiscito
Sapevate che oltre alla Reggia di Caserta , anche a Napoli esiste una vera e propria Reggia? La Reggia di Napoli meglio conosciuta come Palazzo Reale è una delle bellezze da vedere se si visita Napoli . Palazzo Reale nasce per volere del viceré spagnolo il conte di Lemos Fernando Ruiz de Castro il quale volle costruire a Napoli una residenza in occasione di un’eventuale visita del sovrano spagnolo Filippo Re d’Asburgo re di Spagna (che però non arriverà mai). All’epoca vi era già un Palazzo del viceré situato su Via Toledo, ma nell’aspetto sembrava una fortezza, mentre il Conte voleva una residenza più sontuosa per ospitare il re che decise di costruire in una delle Piazze principali della città, Piazza Plebiscito . Scopriamo insieme la storia e le curiosità legate a Palazzo Reale .
La storia del Palazzo Reale di Napoli

Visita al Palazzo Reale di Napoli: le bellezze da vedere
Visitare il palazzo reale a Napoli significa immergersi in un mondo fatto di oggetti preziosi, orologi importanti, quadri e arazzi che servivano per arredare e tenere calde le stanze. Ma cosa è rimasto di un tempo? Ad oggi è possibile visitare:
- L’Appartamento Storico : divenuto un museo, racchiude all’interno le sale che all’epoca venivano usate per cerimonie ufficiali o di rappresentanza. Ad oggi gran parte delle sale conservano ancora l’aspetto di un tempo con pitture di noti artisti che esaltano il potere degli spagnoli.
- Sala dei Fiamminghi : chiamata così perché raccoglie molti dipinti olandesi acquistati per il re Ferdinando IV di Borbone dalla Galleria Reale del Palazzo di Francavilla a Chiaia. Non passano inosservati la fioriera con le vedute delle Ville Imperiali Russe, l’orologio musicale di Charles Clay e l’uccelliera di bronzo e porcellana al centro della Sala.
- Sala Diplomatica : detta anche Anticamera di Sua Maestà, questa sala era destinata all’incontro del re con le delegazioni diplomatiche. Alle pareti, che sono ricoperte di un particolare tessuto rosso sono ancora visibili due arazzi con le allegorie del Fuoco e dell’Aria.
- Sala del Seicento Napoletano : questa sala, conosciuta anche come Sala della Regina , fa parte dell’appartamento di Maria Amalia di Sassonia. È arricchita di dipinti del Seicento Napoletano, tra i quali quello raffigurante San Gennaro che invoca la protezione su Napoli e la fine della peste. Sul soffitto ci sono decorazioni di oro e stucchi bianchi, mentre al centro della Sala c’è un tavolino donato dal Granduca di Toscana Leopoldo II al Re Ferdinando I.

- Il teatro di corte : al Palazzo Reale di Napoli nel 1768 fu creato da Ferdinando Fuga un vero e proprio teatro che nacque per l’esigenza del viceré di non poter assistere agli spettacoli non potendo, per questioni di decoro, recarsi a teatro. Ad oggi il Tetro presenta ancora la struttura di un tempo, con statue in gesso delle nove muse e porte finemente rifinite con intarsi di animali e piante.
- Sala del Trono : facilmente riconoscibile per il trono, datato 1850 formato da due leoni, questa sala era utilizzata da re per accogliere i suoi ospiti. Ancora oggi alle pareti sono esposti ritratti di personaggi realmente esistiti mentre sul soffitto è possibile vedere un’allegoria di tutte le province del Regno delle Due Sicilie, rappresentate con figure femminili oltre agli stemmi che rappresentano Napoli e la Sicilia: il cavallo e la Trinacria.
- Salone d’Ercole : divenuto un salone da ballo durante il Regno borbonico la sala dei viceré è arricchita con arazzi e molti ritratti. Questa che è la ventunesima sala del Palazzo Reale ha un affaccio sul cortile delle carrozze. Il nome deriva dalla statua di Ercole Farnesiano che fu esposta all’interno e che oggi è conservata al Museo Archeologico Nazionale
- La Cappella Palatina : il Palazzo Reale comprende anche una cappella privata denominata anche Cappella Reale dell’Assunta alla quale è dedicata. Costruita nel XVII secolo da Cosimo Fanzago ha uno stile barocco che venne mantenuto anche da Genovese durante il rifacimento successivo all’incendio. Ad oggi è utilizzata come Museo, dove tra i cimeli spicca un Cristo di bronzo dorato e il Presepio del Banco di Napoli.
Palazzo Reale di Napoli: i giardini pensili

Orari, prezzi ed eventi del Palazzo Reale di Napoli
Per chi volesse visitare il Palazzo Reale di Napoli gli orari e i prezzi d’ingresso (che potrebbero subire variazioni) sono i seguenti: dal lunedì alla domenica, dalle 9.00-20.00, con ultimo ingresso alle ore 19.00. Il giorno di chiusura è il mercoledì; Per i giardini pensili del Palazzo Reale di Napoli gli orari , i giorni invece sono dalle 9.00 alle 19.00 esclusi i festivi e il mercoledì. Anche in questo caso orari e giorni potrebbero essere soggetti a variazioni. Invece per il Palazzo Reale di Napoli i prezzi sono:
- Biglietto intero € 6,00;
- Biglietto con ingresso ridotto € 2,00

I pareri della gente comune che hanno visitato Palazzo Reale

Come arrivare al Palazzo Reale
Il Palazzo Reale di Napoli, che è adiacente al Teatro San Carlo, si trova in Piazza del Plebiscito , dove è possibile ammirare altri importanti edifici come Palazzo della Prefettura, la basilica di San Francesco di Paola e Palazzo Salerno. È possibile raggiungere Palazzo Reale con i mezzi pubblici: In treno
- utilizzando la metropolitana Linea 1 direzione Piscinola, per poi scendere alla fermata Municipio e proseguire a piedi fino a piazza del Plebiscito;
- prendendo l’autobus R2 da piazza Garibaldi fino al teatro San Carlo;
- prendendo il tram 1 da Piazza Vittoria fino a piazza Municipio;
In funicolare
- da piazza Fuga, Vomero, utilizzare la Funicolare Centrale per giungere in piazzetta Duca d’Aosta, ultima fermata.
La leggenda delle statue del Palazzo Reale

Il fantasma di Palazzo Reale: la curiosa leggenda da conoscere
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Capodimonte: i fantasmi delle regine vagano nella Reggia e nel Bosco

Situato a pochi passi dal centro di Napoli, il Bosco di Capodimonte è una fra le location naturali, immerse nel verde, preferite dai cittadini napoletani per trascorrere qualche ora lontano dallo smog e dal caos quotidiano. Fu realizzato nel 1734 per volere di Carlo III di Borbone che lo utilizzò come riserva di caccia. A partire dal 1742, il parco, sotto la guida di Ferdinando Sanfelice fu restaurato e impreziosito di chiese, fabbriche e abitazioni contadine. Con l’ascesa al trono di Ferdinando I, fu trasformato, grazie anche all’opera di riqualificazione del botanico Friedrich Dehnhardt, nell’attuale giardino all’inglese che oggi circonda la Reggia.
Il Bosco di Capodimonte, in realtà, conserva leggende e storie di fantasmi che ben si sposano con l’ animo superstizioso e misterioso della città partenopea , infatti si racconta che sia frequentato da ben due regine dell’800: Maria Carolina d’Asburgo e Maria Cristina di Borbone .
La leggenda narra che lo spirito di Maria Carolina d’Asburgo , moglie del Re di Napoli Ferdinando IV e sorella della regina di Francia Maria Antonietta frequenti ancora le sale del Palazzo Reale . A quei tempi, i ricevimenti ed i gran balli a Corte erano molto frequenti oltre ad essere molto amati dalla regina stessa al punto che, ancor oggi, da ben 202 anni, si dice che avvengano sfarzose feste tutte le notti nel Museo di Capodimonte. Nei saloni regali si racconta che appaiano luci e figure misteriose che danzano sulle note di antichi strumenti musicali e che poi scompaiano come per magia alle prime luci dell’alba.
L’altra leggenda ha per protagonista un’altra nobile, Maria Cristina di Savoia , la prima moglie del Re Ferdinando II di Borbone. Intorno la Regina dall’estrema bellezza, aleggiano ben due leggende in netto contrasto fra loro ma entrambe legate ad un luogo caro a Maria Cristina, una grotta ubicata nel Bosco di Capodimonte che successivamente prese il suo nome. Secondo alcuni la Regina era molta devota tanto che passava giorno e notte a pregare nella grotta. Per tal ragione le fu attribuito dal popolo napoletano l’appellativo di Reginella Santa .
Secondo altri invece, Maria Cristina, stanca delle poche attenzioni del marito e delle sue relazioni extra coniugali, frequentava di notte la grotta per incontrare i suoi numerosi amanti e, dopo ogni amplesso, si racconta che li buttasse nella profondità della grotta per nascondere ogni traccia dei suoi tradimenti.
Ancor oggi c’è chi sostiene di aver avvistato la regina nei pressi della grotta, chi afferma di averla vista pregare o chi dichiara di aver sentito una voce. Tuttavia queste sono affermazioni che, al momento, non trovano conferma. Attualmente la Grotta di Maria Cristina è chiusa al pubblico dopo essere stata dichiarata pericolante.

- Notizie di Napoli
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Informazioni
Aree locali.
Fantasmas de Nápoles: exposición en el Palacio Real de las obras de Giuseppe Antonello Leone
¿Puede Tuttocittà convertirse en arte? La respuesta es sí y, para confirmarlo, es el artista multifacético Giuseppe Antonello Leone le cuyos últimos trabajos se exhiben en Apartamento histórico del Palazzo Reale , en una exposición titulada Fantasmas de Nápoles .
Estos son dibujos 33 realizados por el artista Irpino en las mesas del Tuttocittà de Nápoles , el folleto informativo sobre las ciudades individuales de Italia que contiene principalmente las calles de la ciudad. Estos trabajos se realizaron en el 2006 pero nunca se expusieron al público, y ahora encuentran su camino para ser conocidos.
Inventiva, imaginación, fantasía, emergen de esas páginas de papel con calles dibujadas en blanco que, por una vez, se usan como material artístico.

En ellos el artista ve y traza los perfiles de los "fantasmas" de su infancia expresados a través de figuras nacidas de las historias de la madre y la abuela, de los cuentos de hadas, de la imaginación y la interpretación poética de la realidad.
La exposición está organizada por la Associazione Culturale Bellivergari, que se ocupa de la protección y conservación de las obras maestras, cuenta con el apoyo de la Fundación Banco di Napoli y está patrocinada por la Municipalidad de Nápoles.
Información sobre el espectáculo Fantasmi di Napoli
cuando: hasta el 30 June 2013 horas: todos los días (excepto los miércoles) de 10 a 19
Precio del boleto (entrada al museo):
- Precio completo: € 4
- € 2 reducida
donde: Palacio Real de Nápoles, Piazza del Plebiscito (Google Maps)


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COMMENTS
Secondo una antica leggenda, di notte nelle stanze vuote e buie del Palazzo Reale, si aggirerebbe il fantasma del Principe Carlo III di Borbone.
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